la data simbolo dell’8 marzo è legata all’incendio divampato in un opificio (Cottons) di Chicago nel 1908, occupato nel corso di uno sciopero da 129 operaie tessili che morirono bruciate vive. ( Nella foto: Donne operaie nella frabbrica COTTONS di Chicago giorni prima dell’08 marzo 1908.)

CRONOLOGIA degli eventi che hanno visto le donne coinvolte in battagli per il riconoscimento dei loro diritti :
1857
L’8 marzo centinaia di operaie tessili di New York scioperano contro i bassi salari, il lungo orario di lavoro, il lavoro minorile e le inumane condizioni di lavoro. Lo sciopero fu represso con la forza e, presumibilmente, finì con un violento scontro con la polizia
1859
Le operaie tessili di New York si costituiscono in sindacato per tentare di migliorare le condizioni di lavoro.
1860
Sciopero delle lavoratrici del New England delle industrie calzaturiere
1889
Il Congresso di Parigi della Seconda Internazionale accoglie il principio del diritto delle donne al lavoro ed alla retribuzione pari a quella degli uomini
1891
Il programma di Erfurt della socialdemocrazia tedesca afferma l’eguaglianza completa tra uomini e donne.
1903
Nasce negli Stati Uniti la Women’s Trade Union League, formata soprattutto da sindacaliste, che assieme alla campagna per il diritto al voto aiutano le donne ad organizzarsi per una paga migliore e per il loro benessere economico e politico.
Regno Unito: inizia il movimento militante delle ‘suffragette’ guidato da Emmeline Pankhurst, leader della Women’s Social and Political Union. Il movimento si oppone a quello americano, più moderato, delle ‘suffragiste’, nato nel 1848.
Australia: primo paese in cui le donne ottengono la piena parità con gli uomini nel voto politico
1907
Lo sciopero dell’8 marzo viene ricordato in tutti gli Stati Uniti con la richiesta di una giornata lavorativa di 10 ore.
1908
L’8 marzo sfilano a New York le lavoratrici delle sartorie sia per il diritto al voto sia contro il lavoro minorile
1909
28 febbraio. Primo Giornata Nazionale delle Donne in tutti gli Stati Uniti.
Le operaie tessili di New York (al Triangle Shirtwaist Company) cominciano un nuovo sciopero scegliendo come data d’inizio proprio l’8 marzo per ricordare la lotta del 1857. Comincia il 22 novembre la cosiddetta “Rivolta delle ventimila” o “Grande Rivolta”. Lo sciopero, dopo una violenta repressione della polizia ed una serie di accordi, terminerà il 24 dicembre 1910 con il “Protocollo di Pace” che riconosceva il diritto a regole per l’orario ed il salario”.
Sino al 1913 la Giornata viene celebrata l’ultima domenica del Mese di Febbraio, in modo da non perdere una giornata lavorativa.
1910
Alla Conferenza delle Donne della Internazionale Socialista (100 donne di 17 paesi) a Copenaghen, Clara Zetkin, leader socialista tedesca e direttrice del giornale socialdemocratico tedesco Gleichheit, propone che l’8 marzo sia osservato, ogni anno, come la Giornata Internazionale delle Donne.
Le donne richiedono il diritto universale al voto (e non solo in base al censo, come richiedeva il movimento delle suffragette inglesi.
Vengono richieste inoltre le indennità per la maternità anche per le madri non sposate e ci si oppone al lavoro notturno.
1911
19 marzo, in memoria della repressione prussiana del 1848, un milione di donne sfila in Svizzera, Austria, Danimarca e Germania, chiedendo il diritto al voto, la fine della discriminazione sessuale per le cariche pubbliche ed il diritto alla formazione professionale.
25 marzo, un incendio agli ultimi piani della Triangle Shirtwaist Company a New York uccide 146 donne, la maggioranza giovani, ebree ed italiane. Le terribili condizioni di lavoro furono la causa della morte delle lavoratrici. Esse infatti erano chiuse a chiave nelle loro fabbrica. Il fatto portò alla riforma della legislazione del lavoro negli Stati Uniti.
Centomila persone partecipano a New York, sulla Broadway, ai funerali delle vittime.
1913
Manifestazione delle donne a San Pietroburgo contro la guerra
1914
8 marzo, manifestazioni delle donne per la pace in tutta Europa
1917
San Pietroburgo, manifestazione delle donne contro la guerra, note come “pane e pace”. La protesta sarà alla radice della Rivoluzione di febbraio che condurrà all’abdicazione dello Zar Nicola II. Il governo provvisorio concede alle donne il diritto di voto.
1918
Germania: le donne ottengono la piena parità con gli uomini nel voto politico
1920
Stati Uniti: le donne ottengono, a livello federale, la piena parità con gli uomini nel voto politico.
1922
Con l’aiuto di Clara Zetkin Lenin stabilisce che la Giornata Internazionale delle Donne sia una festività comunista
1928
Regno Unito: tutte le donne inglesi ottengono la piena parità con gli uomini nel voto politico (il diritto alle donne oltre i 30 anni era stato ottenuto nel 1918)
1945
Francia: le donne ottengono la piena parità con gli uomini nel voto politico
1946
Italia: le donne ottengono la piena parità con gli uomini nel voto politico
1975
ONU: anno internazionale delle donne. Viene indetto inoltre il Decennio delle donne (1975-1985). Prima conferenza mondiale sulla condizione della donna a Città del Messico
1977
ONU: Risoluzione 32/142 della Assemblea generale delle Nazioni Unite (16 dicembre) che invita gli Stati membri, nel rispetto delle loro tradizioni storiche e nazionali ad indire una Giornata delle Nazioni Unite dei Diritti delle Donne e della Pace Internazionale “per ricordare il fatto che la sicurezza della pace ed il pieno godimento dei diritti umani e delle libertà fondamentali hanno bisogno della partecipazione attiva, dell’eguaglianza e dello sviluppo delle donne”. Molte nazioni scelgono l’8 marzo.

L’UNESCO proclama l’8 marzo Giornata Internazionale della Donne

1995
Pechino: Quarta Conferenza Mondiale delle Donne con 189 rappresentanti di vari paesi.

e potrei continuare a elencare le lotte che si sono fatte fino ai giorni nostri e quelle per le quali si lotta ancora per ottenere pieno riconoscimento di tutti i diritti per tutte le donne del mondo.
Detesto che si pensi all’8 marzo cone una giornata per andare a pranzo fuori solo donne e lasciare i mariti a casa, dai quali pretendere un futilo regalo otre che l’oltraggio di tagliare i fiori all’bero delle mimose. Buona notte e grazie per la sollecitazione…

Segue articolo 2:

L’8 marzo festa della donna. Ma è una cosa seria!

E’ arrivato l’8 marzo, festa delle donne, una celebrazione che oramai negli anni ha perso quasi del tutto il suo significato originario, diventando una festa commerciale.Stupide feste in locali e ristoranti, che  furbi organizzatori di serate, magari con il condimento di strep tease, propinano a donne frustrate che non hanno il coraggio e la forza di prendere coscienza della loro importante, anzi direi essenziale presenza nella vita quotidiana dell’universo.
Per poter sfruttare commercialmente la giornata, si è cercato di cancellare il vero significato dell’8 marzo.

Nel 1908 a New York, alcuni giorni prima dell’8 marzo, le operaie dell’industria tessile Cotton iniziarono a scioperare per protestare contro le condizioni in cui erano costrette a lavorare. Lo sciopero proseguì per diversi giorni finché l’8 marzo Mr. Johnson, il proprietario della fabbrica, bloccò tutte le vie di uscita. Poi allo stabilimento venne appiccato il fuoco (alcune fonti parlano di un incendio accidentale). Le 129 operaie prigioniere all’interno non ebbero scampo.

E allora, in realtà,  l’8 marzo nasce come giornata di lotta internazionale a favore delle donne, per ricordare, oltre alle loro conquiste in ambito politico, sociale ed economico, le discriminazioni e le violenze cui tuttora la donna è soggetta in molte parti del mondo.

Quindi anzichè festeggiare, io piangerei e direi come ogni giorno della memoria”mai più” e “per non dimenticare”.

Personalmente, sostengo quest’anno la data dell’8 marzo per sentirmi idealmente vicino al  Manifesto di Liberazione delle donne in Iran,  dedicato a Neda Agha-Soltan, la giovane studentessa uccisa lo scorso giugno durante una manifestazione di protesta per l’esito sospetto delle elezioni presidenziali.
(Riporto testualmente dal Manifesto di liberazione delle donne in Iran)
•    L’abolizione di tutte le leggi islamiche misogine e discriminatorie contro le donne e uguaglianza totale tra i sessi in tutti i tutti i settori economico, politico, culturale, sociale e familiari.
•    Che i dirigenti e i responsabili della Repubblica Islamica vengano giudicati per i crimini commessi contro l’umanità, compresi i trenta anni dei più vili abusi, discriminazioni e violenze contro le donne in Iran.
•    L’abrogazione di tutte le leggi disumane che prevedono la lapidazione, la tortura e la pena di morte.
•    Abolizione del velo obbligatorio e libertà assoluta per quanto riguarda l’abbigliamento.
Ciò che a Noi ci sembra ovvio e dovuto, non lo è per molte altre donne nel resto del mondo. È per questo che il prossimo 8 marzo vuole essere non solo la festa delle donne, ma anche la giornata della solidarietà con le donne iraniane nella lotta per rovesciare il regime islamico. >>

Quindi, credo che l’8 marzo sia una data da celebrare a sostegno delle libertà individuali, e in particolare delle donne rese schiave e violentate fisicamente e psicologicamente,  in ogni parte del mondo e in particolare laddove i regimi islamici ogni giorno annientano la dignità della donna.
L’8 marzo deve essere il giorno della concentrazione del dibattito e della richiesta di sanzioni e interventi della società civile, della comunità internazionale contro ogni genere di sopruso perpetrato nei confronti della donna. Null’altro, e non trasformata in una stupida festa per ubriacarsi, divertirsi e magari cornificare una volta l’anno. Ogni giorno può essere motivo di festa e ogni giorno deve essere la festa della propria libertà di essere prima di tutto persona.
(Articolo a cura del giornalista Gennaro Ruggiero  www.gennaroruggiero.com )

Segue articolo correlato:

La donna è l’ avvenire dell’ uomo: CENTENARIO DELLA GIORNATA MONDIALE DELLE DONNA!

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a Soheila Ghadiri, impiccata a ventotto anni, nel carcere di Evin, a Tehran, il 21 ottobre 2009, per l’assassinio della propria figlia di cinque giorni

“A sedici anni, sono scappata di casa e mi sono sposata con un ragazzo che amavo. Lui è morto in un incidente e, allora, ho iniziato a prostituirmi e a drogarmi. Ho contratto l’HIV e l’epatite. Quando è nata mia figlia, l’ho uccisa perché volevo risparmiarle la mia stessa sorte.”
Soheila Ghadiri

“La donna è asservita all’uomo e lo resterà fintanto che non sarà indipendente economicamente.”
Clara Zetkin

LA DONNA E’ L’AVVENIRE DELL’UOMO

Nel 1910, a Copenaghen, in occasione della seconda Conferenza Internazionale delle Donne Socialiste, che riunisce centinaia di donne venute da diciassette paesi, la giornalista tedesca Clara Zetkin, che dirige, dal 1890, Die Gleichheit (L’Eguaglianza), propone, per la prima volta, una Giornata Mondiale della Donna.
Lo stesso anno, quando il Comitato Pro-Suffragio chiede al Partito Socialista di pronunciarsi sulla questione, Turati si esprime contro il voto alle donne temendo che “ la pigra coscienza politica e di classe delle masse proletarie femminili” finisca per rafforzare le forze conservatrici.
In un secolo, le donne hanno conquistato l’eguaglianza giuridica e legislativa nella maggior parte dei paesi del mondo. Resta da conquistare l’eguaglianza nei fatti.
In questo centenario della Giornata Mondiale della Donna, facciamo sentire la nostra solidarietà alle donne iraniane.

Alla sacra memoria di Olympe de Gouges
“Questa umanità che ha maturato la donna nel dolore e nell’umiliazione vedrà il giorno in cui la donna avrà fatto cadere le catene della sua condizione sociale.
Un giorno la ragazza sarà, la donna sarà, e queste parole “ragazza”, “donna”, non significheranno più soltanto il contrario del maschio, bensì qualcosa di proprio, che vale per se stessa, non un semplice complemento, ma una forma completa: la donna nella sua vera umanità.”
Rainer Maria Rilke

Nella donna, che è stata programmata per essere dominata, l’intelligenza è una qualità scomoda da scoraggiare sul nascere, per non darle modo di prendere coscienza di sé. Al contrario, è da celebrare la superiorità dell’intuito femminile perché a chi domina fa molto comodo che i propri desideri siano compresi, ancora prima di essere formulati, e soddisfatti da una creatura condizionata ad anteporre i bisogni altrui ai propri e, spesso, a scapito dei propri.
La rivoluzione francese segna la fine del diritto divino al centro della vecchia Europa, nel cuore dell’antico regime. È la rottura degli ordini sociali, la frattura delle caste dirigenti. Dietro la borghesia urgono le masse proletarie, le masse rurali, le masse femminili. Le donne si affollano nelle piazze di Parigi e premono intorno alle assemblee di tutta Europa. Il loro intervento nella vita sociale non potrebbe essere più decisivo.
È un movimento che porta scritto sulle sue insegne un unico motto: LIBERTA’.
E Olympe de Gouges, nella sua protesta e rivendicazione contro i maschi della rivoluzione, si appella egualmente alla ragione della giustizia e a quella della storia. Sicché la sua azione vale come la prima critica della democrazia razionalista e borghese, al fianco del movimento socialista di François-Noël Babeuf.
Accanto ai DIRITTI DELL’UOMO vi sono i DIRITTI DELLA DONNA.
Olympe de Gouges presente, storicamente, quell’emancipazione della donna che la rivoluzione politica e la rivoluzione economica avvieranno. Intende, vagamente, la storia della donna nel mondo e scende sul terreno della lotta concreta per la sua liberazione.
Quando, il 4 novembre 1798, la ghigliottina le mozza la testa, Robespierre, senza neppure sospettarlo, segna il diritto di cittadinanza del sesso femminile nella storia: un diritto guadagnato e sofferto, che crescerà e maturerà.

“Elles ont bien le droit de monter à la tribune, puisqu’elles ont celui de monter à l’échafaud.”
Olympe de Gouges

Con il sacrificio di Olympe de Gouges le donne – la metà del genere umano – si affiancano agli uomini nello stesso sforzo di liberazione.

Un saggio ha detto:

“Se volete misurare il valore di una civiltà, guardate innanzitutto come ha trattato le donne, le povere e le deboli.”

I primi movimenti femministi, che appaiono in Occidente, dalla fine del secolo XIX, concentrano le loro azioni nel campo del lavoro e dei diritti civici. L’industria ha bisogno di una manodopera femminile che sottopaga in rapporto ai loro omologhi maschili. A pari lavoro pari salario, rivendicano le operaie americane ed europee che iniziano a creare propri sindacati e a moltiplicare gli scioperi. La seconda parola d’ordine delle pioniere del secolo concerne la partecipazione alla vita civica, che passa innanzitutto con l’ottenimento del diritto di voto. La lotta è lunga per ottenerlo. È, talvolta, violenta, come quella delle suffragette britanniche che scendono in strada per tentare di strapparlo o delle cinesi, che invadono, nel 1912, il nuovo parlamento per reclamarlo. Accanite dappertutto, le resistenze del mondo politico cedono progressivamente davanti alla determinazione dei movimenti femminili.
La parità di diritti con l’uomo, la parità salariale, l’accesso a tutte le carriere sono obiettivi sacrosanti e, almeno sulla carta, sono già stati offerti alle donne nel momento in cui l’uomo l’ha giudicato conveniente. Resteranno, però, inaccessibili alla maggior parte di loro finché non saranno modificate le strutture psicologiche che impediscono alle donne di desiderare fortemente di farli propri. Sono queste strutture psicologiche che portano la persona di sesso femminile a vivere con un senso di colpa ogni suo tentativo di inserirsi nel mondo produttivo, a sentirsi fallita come donna se vi aderisce e a sentirsi fallita come individuo se, invece, sceglie di realizzarsi come donna.
Se molto è stato fatto, soprattutto nei paesi industrializzati, molto resta ancora da fare per le mutilazioni e l’emarginazione cui molte donne africane e asiatiche sono soggette.

“Gli uomini sono preposti alle donne, a causa della preferenza che Allah concede agli uni rispetto alle altre e perché spendono [per esse] i loro beni. Le [donne] virtuose sono le devote, che proteggono nel segreto quello che Allah ha preservato. Ammonite quelle di cui temete l’insubordinazione, lasciatele sole nei loro letti, battetele. Se poi vi obbediscono, non fate più nulla contro di esse. Allah è altissimo, grande.”
Corano, Sura 4, Le Donne, versetto 34

Tali sono le parole di Dio quali sono riferite dal suo profeta Maometto, che giustificano la violenza degli uomini contro le donne. Ma non contro tutte le donne. Solo contro quelle che si ribellano o che disobbediscono.
Come queste donne sono trattate attualmente in Iran?
Naturalmente, sarebbe assurdo considerare che l’oppressione delle donne sia nata con l’islam. L’oppressione delle donne è la prima e la più antica delle oppressioni che ha conosciuto l’umanità.
Nell’impero romano, la donna non era che una “res”.
Nell’antica Grecia, era “figlia di” o “moglie di”.
L’Antico e il Nuovo Testamento non furono teneri.

“Sarebbe vano”

sostiene Georges Rivoire

“cercare un incoraggiamento qualsiasi al culto della donna, negli scritti monastici dell’Alto e Medio Evo. La donna è in generale marchiata come spirito del male, un essere di perdizione. È spesso paragonata al diavolo. Ci si domanda perfino se abbia un’anima. Il Concilio di Mâcon pone questa questione in esame.”

Da quando Pandora ha aperto il vaso di tutti i mali e ha apportato la distruzione all’umanità, gli uomini e le loro religioni continuano a designare le donne come fonte di tutti i mali, credenza che si riflette nelle diverse storie della creazione che ci sono state trasmesse attraverso la Bibbia e i libri sacri. È Eva che è immancabilmente accusata di aver istigato Adamo a addentare il pomo della conoscenza e ad avere causato la loro caduta.
Uno dei mezzi più efficaci per controllare una società è spogliare la donna dei propri diritti e della propria libertà. Durante i millenni della storia dell’Iran, il posto sociale della donna iraniana è, sempre, stato legato alla natura del regime che governava l’Iran. Così la donna iraniana è passata da una posizione di quasi-eguaglianza con l’uomo a una posizione di totale sottomissione…

segue

IL TESTO INTEGRALE DELL’ARTICOLO SULLA BACHECA DEL GRUPPO DONNE IN LOTTA PER I DIRITTI UMANI

DENUNCIARE OGNI FORMA DI VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI IN ITALIA E OVUNQUE NEL MONDO, DARE UNO SPAZIO DI LIBERA ESPRESSIONE AI CITTADINI AL FINE DI DIFENDERE I PROPRI DIRITTI E QUELLI DEGLI ALTRI.  LA LIBERTA’ DI OPINIONE NON E’ UNA MAGLIETTA CHE OGGI SI INDOSSA E DOMANI SI TOGLIE.  SOLO LA COMPRENSIONE E LA CONOSCENZA POSSONO AIUTARCI A USCIRE DAL PANTANO POLITICO, DAL DISORDINE MORALE, DALL’ EGOISMO INDIVIDUALE, DAL DEGRADO CIVILE E SOCIALE.  PER CAMBIARE BISOGNA ESSERE DISPOSTI A OSARE, A RISCHIARE, A VOLERE CON TUTTE LE FORZE IL CAMBIAMENTO.
NON ESISTE NE’ REPUBBLICA NE’ DEMOCRAZIA SENZA UNA CORRETTA INFORMAZIONE.
NON E’ POSSIBILE ESCLUDERSI DAL DIBATTITO.

“La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo si applica ai popoli di ogni paese, quale che sia il loro retaggio culturale, perché tutti gli esseri umani hanno una comune aspirazione alla libertà, all’eguaglianza e alla dignità.”
Tenzin Gyatso

Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.”

L’articolo 1 della DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI DELL’UOMO garantisce a tutti gli esseri umani di godere degli stessi diritti, senza distinzione di razza, di sesso e di condizione.
Noi viviamo in un mondo in cui miliardi di persone si trovano senza lavoro, senza accesso all’istruzione e alla formazione, alle cure mediche, a un alloggio decente, all’acqua potabile, alla cultura e all’informazione.
Noi viviamo in un mondo in cui i diritti delle donne sono regolarmente ignorati e le innumerevoli leggi e pratiche discriminatorie limitano i diritti civili e politici, ma anche i diritti economici, culturali e sociali delle donne.
Questo mondo deve cambiare!
DONNE IN LOTTA PER I DIRITTI UMANI ha come obiettivi principali:
– stimolare un vasto movimento di solidarietà di donne;
– promuovere l’eguaglianza tra donne e uomini;
– proporre soluzioni e alternative tese a cancellare la povertà e la violenza;
– indurre i governi, decisori e membri della società civile, a impegnarsi nella promozione dei diritti fondamentali delle donne, nel miglioramento delle condizioni e della qualità di vita delle donne del mondo intero.
Tutte queste ragioni hanno spinto DONNE IN LOTTA PER I DIRITTI UMANI, ma non esclusivamente, a far conoscere al mondo le rivendicazioni delle donne per la costruzione di un mondo con più eguaglianza e più democrazia.
Attraverso la lotta mondiale delle donne, mondializziamo la solidarietà.

DONNE IN LOTTA PER I DIRITTI UMANI

Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo
PREAMBOLO
Considerato che il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo;
Considerato che il disconoscimento e il disprezzo dei diritti dell’uomo hanno portato ad atti di barbarie che offendono la coscienza dell’umanità e che l’avvento di un mondo in cui gli esseri umani godano della libertà di parola e di credo e della libertà dal timore e dal bisogno è stato proclamato come la più alta aspirazione dell’uomo;
Considerato che è indispensabile che i diritti dell’uomo siano protetti da norme giuridiche, se si vuole evitare che l’uomo sia costretto a ricorrere come ultima istanza, alla ribellione contro la tirannia e l’oppressione;
Considerato che è indispensabile promuovere lo sviluppo di rapporti amichevoli tra le Nazioni;
Considerato che i popoli delle Nazioni Unite hanno riaffermato nello Statuto la loro fede nei diritti fondamentali dell’uomo, nella dignità e nel valore della persona umana, nell’eguaglianza dei diritti dell’uomo e della donna, ed hanno deciso di promuovere il progresso sociale e un miglior tenore di vita in una maggiore libertà;
Considerato che gli Stati membri si sono impegnati a perseguire, in cooperazione con le Nazioni Unite, il rispetto e l’osservanza universale dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali;
Considerato che una concezione comune di questi diritti e di questa libertà è della massima importanza per la piena realizzazione di questi impegni,
L’ASSEMBLEA GENERALE proclama la presente DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI DELL’UOMO come ideale comune da raggiungersi da tutti i popoli e da tutte le Nazioni, al fine che ogni individuo ed ogni organo della società, avendo costantemente presente questa Dichiarazione, si sforzi di promuovere, con l’insegnamento e l’educazione, il rispetto di questi diritti e di queste libertà e di garantirne, mediante misure progressive di carattere nazionale e internazionale, l’universale ed effettivo riconoscimento e rispetto tanto fra i popoli degli stessi Stati membri, quanto fra quelli dei territori sottoposti alla loro giurisdizione.
Articolo 1
Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.
Articolo 2
1. Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione.
2. Nessuna distinzione sarà inoltre stabilita sulla base dello statuto politico, giuridico internazionale del paese o del territorio sia indipendente, o sottoposto ad amministrazione fiduciaria o non autonomo, o soggetto a qualsiasi limitazione di sovranità.
Articolo 3
Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona.
Articolo 4
Nessun individuo potrà essere tenuto in stato di schiavitù o di servitù; la schiavitù e la tratta degli schiavi saranno proibite sotto qualsiasi forma.
Articolo 5
Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamento o a punizioni crudeli, inumane o degradanti.
Articolo 6
Ogni individuo ha diritto, in ogni luogo, al riconoscimento della sua personalità giuridica.
Articolo 7
Tutti sono eguali dinanzi alla legge e hanno diritto, senza alcuna discriminazione, ad una eguale tutela da parte della legge. Tutti hanno diritto ad una eguale tutela contro ogni discriminazione che violi la presente Dichiarazione come contro qualsiasi incitamento a tale discriminazione.
Articolo 8
Ogni individuo ha diritto ad un’effettiva possibilità di ricorso a competenti tribunali nazionali contro atti che violino i diritti fondamentali a lui riconosciuti dalla costituzione o dalla legge.
Articolo 9
Nessun individuo potrà essere arbitrariamente arrestato, detenuto o esiliato.
Articolo 10
Ogni individuo ha diritto, in posizione di piena uguaglianza, ad una equa e pubblica udienza davanti ad un tribunale indipendente e imparziale, al fine della determinazione dei suoi diritti e dei suoi doveri nonché della fondatezza di ogni accusa penale gli venga rivolta.
Articolo 11
1. Ogni individuo accusato di un reato è presunto innocente sino a che la sua colpevolezza non sia stata provata legalmente in un pubblico processo nel quale egli abbia avuto tutte le garanzie necessarie per la sua difesa.
2. Nessun individuo sarà condannato per un comportamento commissivo od omissivo che, al momento in cui sia stato perpetuato, non costituisse reato secondo il diritto interno o secondo il diritto internazionale. Non potrà deI pari essere inflitta alcuna pena superiore a quella applicabile al momento in cui il reato sia stato commesso.
Articolo 12
Nessun individuo potrà essere sottoposto ad interferenze arbitrarie nella sua vita privata, nella sua famiglia, nella sua casa, nella sua corrispondenza, né a lesioni del suo onore e della sua reputazione. Ogni individuo ha diritto ad essere tutelato dalla legge contro tali interferenze o lesioni.
Articolo 13
1. Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato.
2. Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio paese.
Articolo 14
1. Ogni individuo ha il diritto di cercare e di godere in altri paesi asilo dalle persecuzioni.
2. Questo diritto non potrà essere invocato qualora l’individuo sia realmente ricercato per reati non politici o per azioni contrarie ai fini e ai principi delle Nazioni Unite.
Articolo 15
1. Ogni individuo ha diritto ad una cittadinanza.
2. Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua cittadinanza, né del diritto di mutare cittadinanza.
Articolo 16
1. Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione. Essi hanno eguali diritti riguardo al matrimonio, durante il matrimonio e all’atto del suo scioglimento.
2. Il matrimonio potrà essere concluso soltanto con il libero e pieno consenso dei futuri coniugi.
3. La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato.
Articolo 17
1. Ogni individuo ha il diritto ad avere una proprietà sua personale o in comune con altri.
2. Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua proprietà.
Articolo 18
Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione tale diritto include la libertà di cambiare di religione o di credo, e la libertà di manifestare isolatamente o in comune, e sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell’insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell’osservanza dei riti.
Articolo 19
Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.
Articolo 20
1. Ogni individuo ha diritto alla libertà di riunione e di associazione pacifica.
2. Nessuno può essere costretto a far parte di un’associazione.
Articolo 21
1. Ogni individuo ha diritto di partecipare al governo del proprio paese, sia direttamente, sia attraverso rappresentanti liberamente scelti.
2. Ogni individuo ha diritto di accedere in condizioni di eguaglianza ai pubblici impieghi del proprio paese.
3. La volontà popolare è il fondamento dell’autorità del governo; tale volontà deve sere espressa attraverso periodiche e veritiere elezioni, effettuate a suffragio universale eguale, ed a voto segreto, o secondo una procedura equivalente di libera votazione.
Articolo 22
Ogni individuo, in quanto membro della società, ha diritto alla sicurezza sociale, nonché alla realizzazione, attraverso lo sforzo nazionale e la cooperazione internazionale ed in rapporto con l’organizzazione e le risorse di ogni Stato, dei diritti economici sociali e culturali indispensabili alla sua dignità ed al libero sviluppo della sua personalità.
Articolo 23
1. Ogni individuo ha diritto al lavoro, alla libera scelta dell’impiego, a giuste e soddisfacenti condizioni di lavoro ed alla protezione contro la disoccupazione.
2. Ogni individuo, senza discriminazione, ha diritto ad eguale retribuzione per eguale lavoro.
3. Ogni individuo che lavora ha diritto ad una remunerazione equa e soddisfacente che assicuri a lui stesso e alla sua famiglia una esistenza conforme alla dignità umana ed integrata, se necessario, da altri mezzi di protezione sociale.
4. Ogni individuo ha diritto di fondare dei sindacati e di aderirvi per la difesa dei propri interessi.
Articolo 24
Ogni individuo ha diritto al riposo ed allo svago, comprendendo in ciò una ragionevole limitazione delle ore di lavoro e ferie periodiche retribuite.
Articolo 25
1. Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all’alimentazione al vestiario, all’abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari; ed ha diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidità, vedovanza, vecchiaia o in ogni altro caso di perdita dei mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà.
2. La maternità e l’infanzia hanno diritto a speciali cure ed assistenza. Tutti i bambini nati nel matrimonio o fuori di esso, devono godere della stessa protezione sociale.
Articolo 26
1. Ogni individuo ha diritto all’istruzione. L’istruzione deve essere gratuita almeno per quanto riguarda le classi elementari e fondamentali. L’istruzione elementare deve essere obbligatoria. L’istruzione tecnica e professionale deve essere messa alla portata di tutti e l’istruzione superiore deve essere egualmente accessibile a tutti sulla base del merito.
2. Listruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana ed al rafforzamento del rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. Essa deve promuovere la comprensione, la tolleranza, l’amicizia fra tutte le Nazioni, i gruppi razziali e religiosi, e deve favorire l’opera delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace.
3. I genitori hanno diritto di priorità nella scelta del genere di istruzione da impartire ai loro figli.
Articolo 27
1. Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico ed ai suoi benefici.
2. Ogni individuo ha diritto alla protezione degli interessi morali e materiali derivanti da ogni produzione scientifica, letteraria e artistica di cui egli sia autore.
Articolo 28
Ogni individuo ha diritto ad un ordine sociale e internazionale nel quale i diritti e le libertà enunciati in questa Dichiarazione possano essere pienamente realizzati.
Articolo 29
1. Ogni individuo ha dei doveri verso la comunità, nella quale soltanto è possibile il libero e pieno sviluppo della sua personalità.
2. Nell’esercizio dei suoi diritti e delle sue libertà, ognuno deve essere sottoposto soltanto a quelle limitazioni che sono stabilite dalla legge per assicurare il riconoscimento e rispetto dei diritti e delle libertà degli altri e per soddisfare le giuste esigenze della morale, dell’ordine pubblico e del benessere generale in una società democratica.
3. Questi diritti e queste libertà non possono in nessun caso essere esercitati in contrasto con i fini e i principi delle Nazioni Unite.
Articolo 30
Nulla nella presente Dichiarazione può essere interpretato nel senso di implicare un diritto di un qualsiasi Stato, gruppo o persona di esercitare un’attività o di compiere un atto mirante alla distruzione di alcuni dei diritti e delle libertà in essa enunciati.

Vedi quì Gruppo su Facebook dedicato alle Donne in lotta per i Diritti Umani

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Sessanta milioni di donne
scomparse in un anno

rapporto Unicef fornisce dati allarmanti sulla violenza contro le donne e contro le bambine.In gran parte si tratta di violenze in famiglia, di pratiche tradizionali e religiose, di discriminazioni legate a codici o alla mancanza di leggi di tutela.
Una raccolta di informazioni che diventa ancora più preoccupante se si pensa che la maggior parte di questi reati resta impunita, coperta dal silenzio delle vittime e garantita dall’assenza di una legislazione specifica.
* Circa sessanta milioni di donne sono “scomparse” a causa della discriminazione sessuale, soprattutto in Asia meridionale e occidentale, in Cina e in Nordafrica.
* Negli Stati Uniti, dove il numero complessivo dei reati di violenza contro le donne è costantemente in aumento negli ultimi 20 anni, ogni nove secondi una donna subisce maltrattamenti fisici da parte del partner.

Soltanto una piccolissima percentuale degli omicidi viene assicurata alla giustizia.
*Ogni anno circa due milioni di ragazze subiscono mutilazioni genetiche, con una media di circa 6000 operazioni al giorno.

Il numero totale di bambine che hanno subito questo genere di mutilazione è di 130 milioni, in almeno 28 paesi.

Si tratta spesso di pratiche di natura religiosa, molto diffuse in alcune zone dell’Africa e attuate anche quando la famiglia si è trasferita in altri paesi.
* In alcuni paesi del Medio Oriente e dell’America Latina, i mariti sono spesso prosciolti dall’accusa di omicidio della moglie, colpevole di essere stata infedele o di avere assunto atteggiamenti nocivi all’equilibrio della famiglia.

* Lo stupro come arma bellica è stato documentato in sette paesi negli ultimi anni, sebbene sia diffuso da secoli.

Il caso più clamoroso è stato l’utilizzo della violenza sessuale durante la guerra in ex Jugoslavia contro le donne di altra etnia.

I dati ufficiali dell’Onu indicano che circa 20.000 donne musulmane hanno subito lo “stupro etnico” in Bosnia-Erzegovina durante la guerra e che in Ruanda oltre 15.000 donne sono state violentate in un anno.
* L’impiego dell’acido per sfigurare il viso di una donna è talmente diffuso nel Bangladesh da giustificare una sezione a parte del codice penale.
* Ogni anno, oltre un milione di minorenni, in prevalenza bambine, è costretto a prostituirsi, soprattutto in Asia.

A causa della diffusione dell’Aids, il mercato del sesso richiede bambini di età sempre più bassa, nella convinzione che non abbiano contratto il virus.
* La selezione del nascituro in base al sesso è pratica ormai vietata in Cina, Repubblica di Corea e India, ma ugualmente molto diffusa.

Gli aborti di figlie femmine raggiungono le dimensioni dell’infanticidio in alcune comunità dell’Asia.

Nei paesi in cui la popolazione gode di assistenza sanitaria e alimentazione adeguate, nascono in media 105 maschi ogni 100 femmine, ma il numero dei bambini che supera il primo anno di vita è inferiore a quello delle bambine.

La povertà non è una condizione inevitabile né permanente ma è il frutto di ingiustizia, discriminazione e violenza. È la conseguenza di violazioni dei diritti umani che cancellano la dignità delle persone e impediscono loro di vivere in un alloggio adeguato, di ricevere cure mediche essenziali e avere intorno un ambiente non compromesso. Senza il riconoscimento dei diritti umani per tutti non sarà possibile sconfiggere la povertà.

* In India, oltre cinquemila donne vengono uccise ogni anno perché la loro dote è ritenuta inadeguata dai parenti acquisiti.

Il motivo che consente il proscioglimento è spesso l'”onore”. In dodici paesi latinoamericani uno stupratore può essere prosciolto se si dichiara disposto a sposare la vittima e se lei accetta. (Fonte: HumanitàUomo.it )

-Leggi ascolta e vedi video: “Tutti i Diritti Umani di (e  per) tutti gli uomini”

 –Per approfondire vedi anche su Wikipedia: Giornata (Storia) Internazionale della Donna
Pubblicato da red. prov. “Alto Casertano-Matesino & d”