S. Vincenzo al Volturno(Is)- (di Luigi IZZO) Scorrendo l’articolo a firma di Emilio Izzo della UILBAC, del 02/09/2010 (leggi quì art) in cui vengono trattate problematiche inerenti il sito archeologico di San Vincenzo al Volturno ed incuriosito dal tono autocelebrativo, ho chiesto informazione agli addetti ai lavori: il quadro scaturitone presenta inesattezze, lacune e forse non trova riscontro nella realtà dei fatti. Pertanto occorre qualche puntualizzazione e/o ragguaglio a ristabilire gli effettivi termini della vicenda. La Soprintendenza mai ha inteso chiudere il sito archeologico di San Vincenzo al Volturno, quanto poi ai paventati problemi del personale di custodia, di cui si fa menzione nel suddetto articolo, giova sottolineare che le problematiche d’interazione tra il personale e la Soprintendenza traggono origine da comportamenti non istituzionali tenuti dal personale in ragione di un allaccio abusivo di energia elettrica nel sito di San Vincenzo al Volturno: questione risolta in maniera impeccabile dalla Soprintendenza con una amnistia. Ancora, gli addetti ai lavori, precisano che, circa l’apertura dell’area archeologica, il personale svolge il lavoro di custodia a cui è preposto e che le aperture nei superfestivi prevedono un congruo compenso economico. In merito ai lavori da eseguire nell’area, il sig. Emilio Izzo rappresenta una versione personale dei fatti, in quanto detti lavori (che tra l’altro non sono quelli descritti nell’articolo di Izzo) sono stati previsti nella normale attività di tutela della Soprintendenza. I fondi sono stati recuperati da un vecchio progetto ed i lavori verranno realizzati con due anni di ritardo periodo che vede quale Direttore Regionale l’arch. Pentrella lo stesso Direttore ha anche una posizione al vaglio della magistratura, per aver affidato all’Università di Roma 320.000,00 euro di grafici da eseguire su San Vincenzo e sul Verlasce di Venafro, disegni già in possesso della medesima Soprintendenza. Nei lavori appaltati è previsto: il restauro del ponte della zingara, non è dato invece riscontrare l’appalto né della realizzazione di un ufficio, né di bagni e prefabbricati ad uso biglietteria, come erroneamente riportato nell’art. di Emilio Izzo. Le puntualizzazioni di cui sopra inducono alla necessaria riflessione sulla estrema approssimazione ed inesattezze dell’articolo del 2/09/2010 e pertanto si invita accoratamente l’autore dello stesso ad essere puntuale nelle esposizione ed a riferire SOLO causa cognita le “realtà” dell’ufficio nel quale lui presta servizio. (art. a cura di Luigi Izzo )

Pubblicato da red. prov. “Alto Casertano-Matesino & d”