SCAMPIA(NA)- I GENITORI DI LINO ROMANO VITTIMA innocente della CAMORRA ucciso per sbaglio durante un raid alcuni giorni fa, SCRIVONO AL MINISTRO CANCELLIERI: “VOGLIAMO GIUSTIZIA E SICUREZZA”.IL MINISTRO RISPONDE: “VOGLIO INCONTRARVI”.ECCO LA LETTERA INVIATA DAI GENITORI DI LINO AL MINISTRO DEGLI INTERNI CANCELLIERI:
“Signor ministro dell’Interno,
Consegnato a chi avvelena migliaia di giovani, uccidendoli giorno dopo giorno, lasciato in mano a chi, di fatto, ha in mano la vita di noi tutti, decidendo se dobbiamo vivere o morire.
Hanno ucciso nostro figlio. Da quella sera nel nostro cammino non c’è più un orizzonte, e se ci voltiamo indietro non vediamo più l’orma dei nostri passi.
Signor Ministro, le chiediamo perché. Le chiediamo com’è possibile perdere così la vita in questo modo. Le chiediamo perché, in questo posto maledetto, si continua a uccidere e a uccidere ancora innocenti, che muoiono perché escono di casa, vanno a prendere i figli a scuola, tornano dalla spesa o si affacciano da un balcone. Che senso ha morire così? Che senso ha morire a trent’anni? Che senso può avere la nostra disperazione di genitori a cui è stato strappato dal cuore un figlio, solo perché si ostinano a dire che era «nel posto sbagliato al momento sbagliato»? Nostro figlio, invece, era al posto giusto al momento giusto. Ella può ancora garantire alle persone di avere il diritto a vivere e di muoversi per strada senza guardarsi intorno e senza preoccuparsi delle ombre? Non le pesa tutto questo? Ella è a conoscenza del fatto che sono già più di seicento le persone uccise per «sbaglio» (un termine orribile) dalla criminalità? Questa crudele lista dovrà continuare ancora?
Abbiamo perso un figlio. E non ci sono parole per definire il senso del dolore che proviamo da poche ore ma che ci sembra davvero antico. Le chiediamo giustizia. E una sicurezza che qui non esiste ancora, e che forse non è mai esistita. Le chiediamo ancora di provvedere affinché tutto questo non abbia a ripetersi mai più. Signor Ministro, non esiste nella nostra lingua, e nemmeno nelle altre, alcun termine per definire chi perde un figlio. Una condizione che non è stata mai immaginata, ma che a Scampia è invece all’ordine del giorno”.
Il ministro Cancellieri ha così risposto:”«È un appello – risponde il responsabile del Viminale – che mi ha colpito profondamente, è una lettera bellissima, capisco la tragedia che li ha investiti. Appena possibile chiamerò la madre, spero di incontrarla nei prossimi giorni se mi vorrà vedere per esprimerle tutta la partecipazione a questa terribile tragedia».
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