combo_italiani_-12069-kSzH-U10801065526401of-1024x576@LaStampa.itSan Potito Sannitico(CE)- Era originario, di Piedimonte Matese, e si era trasferito ad Acerra (Napoli) nell’ottobre del 2015, Vincenzo D’Allestro ( nella foto il primo a dx) , 46 anni, una delle nove vittime italiane trucidate ieri dal commando dell’Isis in un bar di Dacca (Bangladesh) frequentato da occidentali. Nato a Wetzikon, in Svizzera, D’Allestro era nel locale dove è avvenuta la strage in compagnia di un’altra delle vittime italiane, Nadia Benedetti, che nella capitale ha un negozio. Anche la moglie, Maria Gaudio, coetanea di Vincenzo, è originaria di Piedimonte Matese. Vincenzo e Maria si erano sposati nel 1993. In lutto i paesi di San Potito Sannitico e Piedimonte Matese, due comuni confinanti: D’Allestro era originario del secondo e ci ha vissuto fino all’anno scorso ed era molto conosciuto anche a San Potito. I sindaci Enzo Cappello (Piedimonte) e Franco Imperadore (San Potito) hanno già fatto disporre a mezz’asta le bandiere issate ai rispettivi palazzi municipali; Imperadore ha anche rinviato la Festa del grano. “Vincenzo era un ragazzo d’oro – dice Imperadore – che partecipava attivamente con un gruppo di amici all’organizzazione della festa del Grano; perciò mi è sembrato giusto per il momento non tenerla”. Cappello ha espresso “la più sincera vicinanza alla famiglia D’Allestro, e a quella della moglie Maria Assunta Gaudio. Formavano una coppia solare”. “Come un fulmine a ciel sereno – dichiara il sindaco di Acerra, Raffaele Lettieri – giunge la notizia che una delle vittime della violenza di Dacca è un nostro concittadino. Ci stringiamo alla famiglia di Vincenzo D’Allestro, venuto ad abitare ad Acerra da circa un anno. Al dolore per la strage si aggiunge l’orrore per i modi particolarmente efferati con i quali i terroristi islamisti hanno dato la morte agli ostaggi. Esprimo tutto il cordoglio mio e dell’intera comunità di Acerra”. “Ho sentito Maria, la moglie di Vincenzo, alla quale ho espresso il cordoglio di tutta la comunità locale per l’evento luttuoso che l’ha colpita. Ci stringiamo a lei e alle famiglie di tutte le vittime dell’attentato di Dacca”, prosegue il sindaco. “Queste cose fanno paura, perché non siamo incoscienti ma abbiamo una ragione e da questa dobbiamo trovare la forza di reagire a queste violenze”. Il primo cittadino ha anche espresso sgomento per le modalità con le quali i terroristi dell’Isis hanno ucciso i loro ostaggi. Cordoglio per le vittime di Dacca è stato espresso anche dal ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, ospite a Ischia del Premio internazionale di giornalismo. Vincenzo D’Allestro abitava nella mansarda di una palazzina rosa di quattro piani che si affaccia su via don Girolamo Marucella. Nel Parco Azalea, dove D’Allestro abitava con la moglie Maria Gaudio, sono stati i giornalisti a portare la notizia che ha gettato nello sgomento quanti conoscevano la coppia. Secondo quanto si appreso da alcuni condomini l’imprenditore era quasi sempre fuori per lavoro. “Non si vedevano quasi mai – dice una vicina di casa – sono persone a modo e molto cordiali”. L’ingresso del palazzo dove abitava D’Allestro è presidiato da due pattuglie della polizia municipale e della polizia di Stato.

Ecco i nomi dei nove connazionali che hanno perso la vita nella strage all’Holey Artisan Bakery, rivendicata dall’Isis. Molti di loro erano imprenditori del settore tessile.

Sono nove le vittime italiane della strage all’Holey Artisan Bakery di Dacca, assaltato da un commando di miliziani affiliati all’Isis nel quartiere diplomatico della capitale bengalese. La Farnesina ha ufficializzato nella giornata di sabato i nomi dei connazionali che hanno perso la vita in Bangladesh. Ecco chi sono:

Nadia Benedetti, 52 anni, originaria di Viterbo, managing director della StudioTex Limited, da 20 anni trasferita in Bangladesh per dedicarsi a un lavoro che era la sua fonte di vita. “Un branco di bestie ce l’ha portata via” ha scritto su Fb la nipote Giulia.

Adele Puglisi, 54 anni, manager per il controllo della qualità per la Artsana, non era sposata e non aveva figli; abitava nello storico rione del Fortino a Catania, dove sarebbe dovuta ritornare nei prossimi giorni.

Claudia Maria D’Antona, torinese, 56 anni, un grande impegno nel volontariato, da molti anni viveva in Oriente, prima in India e poi a Dacca dove era titolare dell’azienda Fedo trading con il marito, Gian Galeazzo Boschetti , l’uomo scampato alla strage solo perché al momento dell’assalto si trovava in giardino a fare una telefonata.

Maria Riboli, 34 anni, dopo il matrimonio si era trasferita a Solza, nell’Isola bergamasca; lascia una bimba di tre anni; si trovava in viaggio di lavoro per conto di un’impresa tessile.

Quasi coetanea, 33 anni, la reatina Simona Monti; sarebbe dovuta rientrare in Italia lunedì e restare a Magliano Sabino, dove vivono i suoi familiari, in aspettativa, perché da poco aveva appreso di essere incinta.

Marco Tondat, 39 anni, da Cordovado (Pordenone) era partito un anno fa perché in Italia aveva difficoltà a trovare lavoro; a Dacca era supervisore di un’azienda tessile. Sarebbe dovuto rientrare a casa lunedì, dove lo aspettava la figlia di 5 anni.

Cristian Rossi, anche lui friulano, di Feletto Umberto (provincia di Udine), papà di due gemelline di 3 anni; per anni aveva lavorato per la Bernardi come buyer in Bangladesh per poi mettersi in proprio.

Claudio Cappelli, 45 enne residente in Lombardia con la moglie e la figlioletta di 6 anni, aveva da 5 anni una impresa nel settore tessile che produceva t-shirt e magliette.

Vincenzo D’Allestro, originario di San Potito Sannitico(Caserta), ma nato in Svizzera, 46 anni, abitava con la moglie ad Acerra (Napoli) ma era quasi sempre fuori per lavoro, anche lui nel settore tessile.

(Comunicato stampa)

Pubblicato da red. prov. “Alto Casertano-Matesno & d”

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