GINO BARTALI PRESTO ”GIUSTO FRA LE NAZIONI”
Il ciclista italiano, negli anni ’40, trasportava documenti falsi nella bici per salvare gli ebrei. Il rabbino Levi di Firenze: “L’esito delle indagini della Commissione sarà sicuramente positivo”
Sarà stato pure un toscanaccio di quelli burberi e lamentosi, ma Gino Bartali, il grande campione italiano di ciclismo, non ha esitato nemmeno un secondo a rischiare la proprio vita pur di salvare quella di centinaia di ebrei durante gli anni tragici della Shoah. Addirittura, negli anni 1943-44, nel corso degli allenamenti in Toscana, Umbria e Emilia Romagna, Bartali nascondeva nella canna della bicicletta documenti falsi per aiutare i perseguitati a fuggire dall’orrore nazista. Secondo le ricostruzioni storiche, i documenti venivano stampati ad Assisi, nella tipografia di Luigi e Trento Brizi, per p
oi essere trasportati di nascosto dal ciclista, nelle sue regolari staffette, insieme alle foto per le carte d’identità.
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