Al Quirinale si celebra la “Giornata del Ricordo” dedicato agli italiani giuliano-dalmati rimasti vittime delle rappresaglie titine lungo il confine orientale, alla fine e oltre la seconda guerra mondiale. Napolitano: “E’ essenziale non restare ostaggi del passato”. Ricordiamo le foibe, dimentichiamo l’orrore / Veneziani

Roma – Al Quirinale si celebra il “Giorno del Ricordo” dedicato alla tragedia degli italiani giuliano-dalmati rimasti vittime delle rappresaglie e delle vendette lungo il Continua a leggere

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“POSSA LA SANTITA’ DEL LAVORO REDENTOPace a lutto
FUGARE E UCCIDERE PER SEMPRE
IL SANGUINANTE SPETTRO DELLA GUERRA
PER NOI E PER TUTTE LE GENTI DEL MONDO.
QUESTA LA SPERANZA E LA MALEDIZIONE NOSTRA
CONTRO CHI LA GUERRA VOLLE E RISOGNA
(queste parole sono quelle riportare sul monumento ai caduti di Tolentino (MC), distrutto dai fascisti nel 1922). “Ci associamo all’Appello lanciato dal Movimento Internazionale per la Pace e dal Movimento Nonviolento. Il 4 Novembre commemorazione delle vittime di tutte le guerre, non è retorica festa militarista, ma lutto e cordoglio per i morti di tutte le guerre. Se solo pensassimo a che prezzo e quanto costò all’Italia questa guerra. Quante vite perse. Una carneficina. Non c’è proprio nulla da festeggiare, nulla per cui essere fieri. Quelle lunghe ed enormi distese di cimiteri con Croci che silenti si ergono sulla terra… gridano più forte di qualsiasi voce, perché rappresentano un ‘Grido’ di condanna contro le folli e barbare gesta dei potenti che da amici si trasformarono in nemici, permettendo così la più atroce strage mai accaduta nella storia. Quelle Croci che silenti si ergono sulla terra…gridano ancor oggi e rimproverano a noi tutti ch’é ora di finirla con le armi e con le guerre. E’ ora di finirla con la cultura della morte. E’ ora di finirla con le barbarie e con la violenza. Pace stabile e duratuta non la si ottiene con la forza, ne con le armi. Pace stabile e duratura é la forza del dialogo e della riconciliazione, che sono i linguaggi disarmanti della Nonviolenza. Impegno per la Pace significa fare memoria e impegnarsi a trasmettere una cultura di Pace che contrasti la cultura di morte attraverso la pratica attiva della Nonviolenza, affinchè stragi del genere non possano più accadere. Papa Benedetto XV disse che la “guerra era un’ inutile strage”!! Papa Benedetto XVI suo successore ha replicato le stesse parole. Giovanni Paolo II esclamò:Mai più guerra! Il 4 Novembre dunque non festa, ma lutto e cordoglio” !!! (Questo Commento é a cura della redazione: “Alto Casertano-Matesino & dintorni” )* Segue:

“Ci dissociamo dalle celebrazioni ufficiali del 4 novembre.
Ci dissociamo in nome della Pace e della Costituzione.
Ci dissociamo in nome di tutti quegli italiani pacifici che furono condotti a combattere e a morire perché costretti.
Ci dissociamo in nome di tutti i disertori che non vollero partecipare a quella che il papa definì “un’inutile strage”.
Ci dissociamo da ogni retorica celebrazione di eroismo.

Ci dissociamo da ogni ipocrisia”.

Vogliamo ricordare che chi non combatteva veniva fucilato dai carabinieri italiani. Il sentimento di pace degli italiani venne violentato da un militarismo che avrebbe poi portato l’Italia al fascismo. Occorre ricordare che la prima guerra mondiale fu uno spaventoso massacro. Occorre trasformare il 4 novembre in una giornata di studio e di memoria, in una giornata di ripudio della guerra. Si leggano le strazianti poesie di Giuseppe Ungaretti scritte in trincea. Continua a leggere

Pace a luttoFOTONOTIZIA: Bandiera della Pace listata a lutto issata dal balcone dell’ abitazione della rappresentante del Movimento per la Pace Agnese Ginocchio sul corso principale del centro storico ad Alife(Ce) il giorno 4 Novembre 2008. Un luogo bel visibile a tutti. 
Il monumento ai caduti di Tolentino (MC), distrutto dai fascisti nel 1922, recava questa lapide:
POSSA LA SANTITA’ DEL LAVORO REDENTO/ FUGARE E UCCIDERE PER SEMPRE
IL SANGUINANTE SPETTRO DELLA GUERRA/ PER NOI E PER TUTTE LE GENTI DEL MONDO
QUESTA LA SPERANZA E LA MALEDIZIONE NOSTRA/ CONTRO CHI LA GUERRA VOLLE E RISOGNA

 Tutto quello che non ci hanno detto sul quattro novembre.

La prima guerra mondiale costo’ all’Italia 650 mila morti e un milione di mutilati e feriti, molti di piu’ di quanti erano gli abitanti di Trento e Trieste, i territori ottenuti con la vittoria della  guerra, che erano gia’ stati promessi all’Italia dall’Austria in cambio della non belligeranza – (2 novembre 2000)

Il 4 novembre ripudiamo la guerra

Il 4 novembre si svolgono in tutta Italia le cerimonie per ricordare il 4 novembre 1918, data in cui l’Italia usci’ “vittoriosa” dalla prima guerra mondiale.  Con questo messaggio vogliamo dedicare spazio alle vittime della prima guerra mondiale, che hanno pagato con la loro vita il costo di una guerra inutile.

La festa del 4 novembre fu una ricorrenza istituita dal fascismo per trasformare le vittime di una guerra spietata e non voluta in eroi coraggiosi che si immolavano per la Patria. Furono costruiti monumenti ai caduti e agli insegnanti fu chiesto di celebrare le forze armate. Questa eredita’ non e’ stata sufficientemente sottoposta a critica con l’avvento della Repubblica. Continua a leggere

 Domani le esequie di Pezzulo nel Duomo di Oderzo Pezzulo è morto per portare cibo e coperte ai bambini. Lo strazio della mamma La famiglia chiede agli italiani di esporre il Tricolore alle finestre

CARINOLA(Ce) – ( di Nunzio De Pinto)-Si svolgeranno domani nel Duomo di Oderzo (Treviso), con inizio alle ore 10,30, le esequie di Giovanni Pezzulo ( nella foto a sx), il primo maresciallo del Cimic Group South ucciso in Afghanistan mercoledì scorso. È quanto ha fatto sapere il parroco di Oderzo, Mons. Piersante Dametto. I famigliari di Giovanni Pezzulo avrebbero avanzato la proposta, rivolta a chiunque lo vorrà, di esporre, come gesto di solidarietà, un tricolore alla finestra. Lo si apprende da fonti vicine alla famiglia. Questo, è stato anche spiegato, per il forte attaccamento e sentimento di fierezza che il primo maresciallo nutriva nei confronti della bandiera italiana sia in Patria sia durante le missioni all’estero. ( nella foto a  dx il fratello di Pezzullo, che tiene in mano la foto del militare decedutoUn sentimento che onore ancor di più Giovanni Pezzulo. Ieri pomeriggio, intanto, il fratello di Giovanni Pezzulo, Salvatore, è partito alla volta dell’aeroporto di Ciampino a bordo dell’aereo militare che l’Esercito ha messo a disposizione da Treviso, dove ha atteso l’arrivo dell’aereo con la salma del fratello che è giunta alle 22.30. Salvatore, che abita a Carinola e fa il poliziotto della stradale, insieme agli altri fratelli del soldato aveva raggiunto nella notte l’abitazione della cognata

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