Presenzano(Ce)- E’ noto che all’indomani della manifestazione di Vairano Scalo No Turbogaa dove uno degli slogan scanditi era appunto “D’Errico Dimettiti”, il sindaco di Presenzano si è sentito in obbligo di riempire le mura di Vairano con un suo manifesto. Mi ero promesso di non replicare data l’evidenza di un manifesto essenzialmente dettato da un bisogno giustificativo, ma anche per non radicalizzare oltre la polemica, sempre nella speranza che D’Errico ricerchi una via d’uscita, ricomponendo un’amicizia rotta con tanti di noi. Tuttavia, nonostante detta evidenza di chi incomincia a sentirsi in obbligo di trovare delle scusanti, dal momento che la cosa di certo non si ferma a sabato 24, è d’obbligo fare delle dovute osservazioni e cogliere un altro aspetto essenziale della vicenda, forse pregiudiziale, su cui ancora non era sorta l’attenzione, oltre a fornire a chi ha lottato e lotterà i dovuti argomenti di dibattito e confronto. Il manifesto nota del sindaco, in buona sostanza, parte dalla dichiarazione di assunzione della responsabilità di predisporre atti e assumere decisioni. Ribadisce sempre con il solito refuso che la decisione di installare la turbogas è stata assunta con Decreto di luglio 2011 dal Ministero dell’Economia; che comunque Presenzano si era costituita in giudizio TAR Lazio e che alla fine si era trovato difronte al bivio di dover decidere di continuare su tale azione legale, pur sapendo di perdere, o accettare la richiesta di transazione della EDISON. La nota continua sottolineando la volontà del comune di Presenzano di non aggiungere la beffa al danno, optando per la scelta della transazione in cui avrebbe conquistato un potere di controllo tecnico sulle future emissioni della centrale; una promessa occupazionale per lavoratori del posto con formazione professionale a costo Edison; un protocollo di legalità in Prefettura per il controllo su eventuali affiliazioni delle ditte appaltanti; ma soprattutto la buona somma di 330.000€ annui(trecentotrentamila) per 10 anni. Il manifesto poi si conclude con la nota quasi minacciosa esclamando che il comune di Presenzano è in pieno autonomo diritto di prendere decisioni,senza bisogno di protettori o protettorati. Rispetto a queste argomentazioni è il caso di dire, in primo luogo e con la dovuta, automatica, ironia , “meno male che la decisione l’ha presa il Ministero dell’Economia con un Decreto, mica la voleva prendere lui da sindaco,o come Comune, e farsi un ricorso contro se stesso?” Tutte le decisioni di questo tipo vengono prese da Enti o Istituzioni superiori; ai Comuni e alle popolazioni interessate spetta il rispetto della loro dignità, la loro vita e la loro autonomia di poter liberamente esprimere il dissenso, soprattutto quando in gioco vi sono i poteri forti e di parte, senza alcuna ricaduta di sviluppo. Dissenso che D’Errico ha offeso e tradito. In secondo luogo a D’Errico sfuggono tanti particolari e Norme come quelle che regolano il mercato del lavoro e fa enorme fatica a utilizzare il dato semplice che viene dall’esperienza analoga di una turbogas a qualche Km di distanza, Sparanise. Vada li,perdendo una semplice mezza giornata, e si faccia dire in che consiste o è consistita la ricaduta di lavoro. Gli sfuggono Norme nell’ambito delle stesse Leggi specifiche sull’installazione delle centrali elettriche, dove le Istituzioni preposte a definire transazioni sono solo Province e Regioni.

La questione centrale quindi, alla fine, è solo una, quella di dover disporre di 330.000€ l’anno(trecentotrentamila) per 10 anni e tutta l’attenzione si sposta qui. Come si può pretendere di far credere che un colosso come la Edison, addirittura arciconvinto di spuntarla facilmente in positivo(come dice D’Errico) nel procedimento presso il TAR Lazio, sia stato così largo di mano da regalare a Presenzano ben 3 milioni e mezzo circa di Euro? Allora quale è la conclusione, in cambio di questa cospicua somma milionaria il Comune di Presenzano si è venduto il ricorso TAR ,la salute dei suoi cittadini e l’amicizia con i comuni viciniori? Non c’è risarcimento che compensi o che tenga rispetto al danno ambientale,sanitario e la coercizione di altre ipotesi di sviluppo di un territorio. Se il codice penale prevedesse il reato di concussione anche per gli Enti, staremmo difronte a un dato penale rilevante; ma non è da scartare l’avviso alla Magistratura di accertare se tale procedimento della Edison sia inquadrabile in un atto di corruzione collettiva. Non meno importante è l’accertamento di quanto la medesima Edison avrebbe sborsato, se ha sborsato, per compensare le spese legali del procedimento Tar concluso, dato che la convenzione è stata concordata con i legali costituiti. Allora l’attenzione politica, ma anche pratica, su tutta la vicenda, non può che spostarsi su un altro punto vitale. Non già il tornaconto in termini di lavoro e possibile immaginario sviluppo,o evitare l’ulteriore esborso economico ai danni della Popolazione presenzanese, visto il refuso argomento dell’impossibilità a contrastare una decisione governativa. Al contrario, il tornaconto dell’interesse e dell’attenzione, dei possibili appetiti, di gruppi interni o esterni, che attualmente manipolano anche il consenso o la divisione sociale, per la gestione del malloppo, attraverso il quale mantenere anche il blocco sociale di consenso. Allora la questione diventa assai delicata e fondamentale, che ci obbliga ad aprire una riflessione e un’indagine più ampia(per non far commettere stessi errori)su come abbiano pesato socialmente le somme ingenti sborsate dall’ENEL in tanti anni,in seguito alla centrale idroelettrica. Miliardi e poi Milioni, ma di sviluppo nemmeno l’ombra. Presenzano ha continuato a perdere abitanti e le poche iniziative innovative in agricoltura o agriturismo sono venute tutte dall’esterno. Vengono fuori informazioni raccapriccianti su progetti per mettere piastrelle da cucina nel cimitero verso cui la popolazione si ribella, quindi si tolgono sciupando risorse. Si costruisce una piscina per oltre 1 milione ma non si riesce a utilizzare poiché con ritardo si accorgono di averla costruita su terreno non di proprietà comunale. Scuole che si ricostruiscono due o tre volte; depuratori sequestrati dalla Magistratura perché illegali;pavimentazioni che si fanno e si rifanno; gite e feste in quantità, e altro. Quindi in conclusione, ritornando sull’argomento finale del manifesto, ossia del potere e dell’autonomia del Comune di decidere, è bene ricordare a D’Errico che questo potere e questa autonomia si esercita nell’ambito della Costituzione e delle Leggi. Forse pensa che le ricadute delle polveri sottili, delle piogge acide e dell’anidride carbonica sia una linea verticale che va sulla piazza del suo comune e non sull’intera zona oggetto del danno e dell’impatto ambientale; crede forse che il Volturno e il rio Maltempo siano una vasca sotto casa sua e non coinvolgente l’intero territorio di Vairano e di Pratella in primo luogo. Nessun Comune della zona, del Volturno e in generale, ne la Comunità Montana, ne il Molise, ne tanto meno le Popolazioni , possono consentire di mettere in discussione la prospettiva di tutti al solo scopo di foraggiare un sistema di potere locale o di gruppi di potere locale. Questa è stata la strada mortale con cui si è portato all’emarginazione il territorio da Capua verso nord, con il massacro del Piano Campano dall’altro lato e l’alimentazione dell’illegalità di tipo mafioso. I giovani che hanno gridato ad alta voce sabato 24 “difendiamo l’Altocasertano e il Molise” hanno dimostrato di averne piena consapevolezza e con loro ci batteremo fino in fondo.

Vairano 26 novembre 2012-11-26

Il capogruppo consiliare Torre per Vairano

Lino Martone

Pubblicato da red. prov. “Alto Casertano-Matesino & d”