Progetto agrarioIntervento del Sign. Alfonso RICIGLIANO: Il terremoto all’ ISTITUTO TECNICO AGRARIO di Piedimonte Matese. Quello che è stato seminato è stato raccolto, un edificio inagibile, e tante chiacchiere; VERGOGNA! 

Piedimonte Matese(Ce)– Ho letto della visita del dottor Zinzi, presidente della Provincia di Caserta, alla sede dell’ ISTITUTO TECNICO AGRARIO Angelo Scorciarini Coppola di Piedimonte, nella veste di Ente proprietario dell’ immobile. Nei giorni seguenti ho saputo di nuovi interventi, relativi anche al forzato trasferimento in altra sede, di nuove parole e nuove promesse, tanto non costano niente. Se mi consentite voglio dire la mia in merito. Non è stato necessario il terremoto per accorgermi dell’esistenza della Scuola, perchè vi ho passato 5 anni della mia gioventù e se non basta ho modo di conoscere un pizzico della sua gloriosa storia. Mi è di aiuto, nel ricordare, il bellissimo volume del professore Mario Martini: “LA SCUOLA AGRARIA NELLA STORIA DI PIEDIMONTE”, edito dalla Scuola nel 2008. Come posso dimenticare, i compagni di scuola, gli insegnanti, le lezioni anche pratiche, fatte sul poco terreno rimasto all’ azienda agricola, per lavori, come ad esempio per raccogliere le olive, come dimenticare che oltre le materie di studio si insegnava educazione e rispetto. L ‘ora di lezione durava sessanta minuti, alle 12,30 si faceva intervallo di 30 minuti per consentire di consumare il pranzo, che era stato preparato dalle tre Suore del Sacro Cuore per i convittori. Gli altri, chi mangiava la propria colazione portata da casa, se non era stata rubata, per scherzo, o per fame, e chi scendeva a Piazza Roma, per comperare un panino ripieno, o da “Tutto per la Mensa” di Caprarelli, o da “Commestibili” di Dell’ Ungaro. Si riprendevano le lezioni alle 13, il più delle volte per 2 ore, ma un giorno la settimana per tre, e quindi si usciva alle 16. Per il ritorno a casa dei non Piedimontesi, non c’era ancora il treno, riattivato nel 1962, ma i Pullman delle ditte paesane Ferrazza, Fortuna,  oppure la CETA Napoletana, per gli altri o bicicletta o a piedi. Alla pagina 361 del volume, si trova anche il mio nome, tra quello dei 21 neo diplomati Perito Agrario, per l ‘ anno scolastico 1959—60. Nel 1955, dopo la terza media, sono stato tra i fortunati che hanno potuto o voluto proseguire gli studi, per tale motivo, dovetti scegliere tra: proseguire gli studi classici, sempre al glorioso San Tommaso d’ Aquino, o optare per la Scuola Agraria, essendo le uniche 2 scuole superiori presenti nel territorio. Visto il non entusiasmante rapporto avuto con il latino, nonostante anche le lezioni di mio zio prete, don Raffaele, scelsi l ‘Agraria. Fui invogliato anche dalla buona nomea, guadagnata sul campo operativo,  da questa gloriosa Scuola, nel periodo del fascismo per la diffusione di nuove tecniche e conoscenze agricole, nelle nostre zone; tra l’altro, coltura delle piante di gelso, per produrre foglie, con cui nutrirei bachi necessari per produrre la seta nell’ azienda, nuove varietà di grano per contrastare le sanzioni messe al fascismo sulle importazioni. Tutte le notizie storiche che riporto, le ho ricavate dal suddetto volume, che merita una conoscenza maggiore, non solo da parte di chi è stato alunno della Scuola, ma anche da chi è interessato a conoscere la storia del proprio paese, delle proprie origini. Leggendo le 400 pagine del libro, con trascrizione dei verbali del Consiglio Amministrativo e del Consiglio di Amministrazione, si ha uno spaccato di vita vissuta, di tanti inconsapevoli protagonisti, come un diario, per cui si possono apprendere, notizie educative di disciplina scolastica, dei lavoratori dell’ azienda agricola, del vitto dei convittori, dei docenti, di fatti nazionali o locali,d el comportamento, purtroppo non sempre brillante o disinteressato, di amministratori, avvicendatosi nella gestione, e per non cambiare, promesse politiche non mantenute. Rilevo quindi che la Scuola veniva istituita il 12 luglio 1888, con Regio Decreto, nei locali dell’ ex Convento dei Cappuccini, che dovettero essere adattati per il nuovo uso, negli stessi locali di oggi. Con la possibilità di leggere il primo verbale del 30 Novembre 1890, della consegna dei terreni di proprietà del Comune di Piedimonte d’Alife, alla Regia Scuola, ha inizio il percorso storico fino al 2014. Leggere i nomi dei diplomati degli anni 60-70 non è per me una lettura qualunque, ma significa richiamare volti e persone conosciute, ricordare la gioventù che passa. Saputo che, per il recente evento sismico, è stata necessaria la chiusura precauzionale dell’ Istituto, non posso fare a meno di ricordare un episodio della mia vita di studente. Correva l ‘anno 1959, e con la mia classe, il quarto anno, con il professore Grillo stavamo facendo, si fa per dire, Educazione Fisica (giocavamo a pallone sul campetto), perché la Scuola non aveva palestra, e vennero dei tecnici a fare rilievi topografici perché ci venne detto, che tra non molto avremmo avuto un nuovo edificio, con palestra. A pagina 255, dal verbale del 29 marzo 1962 , rilevo della cessione di a .90 e ca. 72 di terreno attualmente in uso all’ Istituto Salesiano…. COPIO: “Il Comune è pronto a compensare la perdita della striscia, sia confermando la cessione all’ stituto di Ha 8 di terreno agrario in collina (Zona denominata San Pasquale) di cui 5 Ha di oliveto, sia impegnandosi all’ ampliamento dell’ Edificio scolastico, mediante la costruzione di due nuovi corpi di fabbricato, per un importo complessivo di 52 milioni resta inteso che la costruzione avrà inizio a breve scadenza per il primo lotto (milioni 30), mentre avverrà in un secondo momento da definirsi, l’ulteriore completamento per i residui 22 milioni”. Il rilascio del terreno ai Salesiani “avverrà all’ atto della consegna dei lavori del primo lotto” Pagina 388 e 389 del libro, con il titolo I PROGETTI …..E LE UTOPIE ci sono 5 foto, che descrivono il “Progetto di ampliamento dell’ Istituto Tecnico Agrario redatto dall’ Ing. Dante Fossa il 16 Dicembre 1959 ”il tutto per una spesa di 52 milioni di lire. Tra l’ altro era previsto la creazione di un Orto Botanico, di un Atrio, un Auditorium, una sala Mostre, Aule e Laboratori. Alla pagina 216, dal verbale del 21 agosto 1948 si legge come il Comune, senza rispettare procedure di proprietà ed accordi scritti, si riappropriava di lotti di terreno già seminati a grano, per costruire le prime Case Popolari all’ inizio di via Caso venendo dalla Stazione Ferroviaria. Eppure da poco ucciso zio Benito, era stata restaurata la democrazia, ma evidentemente vi era ancora chi faceva il PODESTA’ . Attesa la mia giovane età all’ epoca dei fatti, solo per i racconti sentiti dopo nel bar di mio padre, ho avuto modo si sapere, che tanti vecchi fascisti erano già passati sul nuovo carro dei vincitori, con una moda che prosegue anche oggi.. Vi sono diversi verbali che parlano dei vari lotti di terreno, di Via Caso, tolti alla Scuola per nuovi usi, senza rispettare le promesse. Ecco che oggi si raccolgono i frutti di ciò che è stato seminato, parole solo parole…constatiamo invece che i vecchi locali del Convento, hanno mollato, e che “Istituto Agrario è l’ unica scuola superiore di Piedimonte, che è rimasta non agibile. Non basta, perché in deroga alle leggi fatte in Parlamento, trattandosi di un edificio pubblico, quindi di tutti ma di nessuno veramente responsabile, a differenza del privato, non sono rispettate tante norme, che ci si ricorda quando succede qualche misfatto come ai miei tempi, lo stato dei luoghi è immutato, i due ingressi non hanno rampa di accesso per disabili, la segreteria al primo piano senza ascensore non è accessibile ai disabili, non vi è una sala riunioni, nessuna aula didattica a piano terra, non vi sono servizi igienici rapportati a tutti i piani, non esiste la palestra e si continua a giocare al calcio. Esiste invece la annessa Chiesa del vecchio convento, dedicata a San Francesco da cui il nome del piazzale, con lavori lignei bellissimi, ma di nessuna utilità pratica educativa per la Scuola, serve solo per agevolare in loco il precetto pasquale. Eppure la Scuola ha svolto egregiamente la funzione educativa teorica e pratica, per cui era stata creata. Permettetemi di citare ad esempio la mia quinta classe del 1959/60, composta da 30 candidati all’ esame di stato,  di questi solo ventuno furono promossi. Di questi, dieci hanno fatto i docenti nella scuola, anche fuori regione, cinque tecnici agrari, tra liberi professionisti o dipendenti pubblici, due commercianti tra cui io, un Generale ed un Colonnello dell’ Esercito, un Ispettore Forestale con importanti incarichi, un Capo dell’ Ispettorato del Lavoro fuori regione. Non basta, perché dal gruppo, sono usciti ancora, tre consiglieri comunali del proprio paese, due Sindaci del proprio paese, ed un Consigliere Provinciale a Caserta. Nei vecchi locali di fronte alla Villa comunale, negli anni 50-60, gestito dal signor Antonio Perrella di Boiano, vi era un moderno razionale caseificio (oggi ad Alife), che produceva prodotti eccellenti che hanno iniziato a tracciare il solco del buon nome dei latticini del Matese, insieme con quelli prodotti in quegli anni nel caseificio Scorciarini, di fronte alla Clinica Villa dei Pini. A proposito, del marchio LATTE MATESE, oggi è in vendita in brick, e prodotto a Reggio Emilia, sfruttano il nome del Matese, invece la azienda agricola  è della Scuola, lo produceva ed  imbottigliava negli anni 56/57, in bottiglie di vetro con capsula argentata, ad imitazione delle Centrali del Latte Municipalizzate. Latte venduto ai privati nel rispetto delle più elementari norme igieniche, essendo abituati a Piedimonte, ad acquistarlo da i ambulanti che effettuavano la vendita a domicilio prelevando il liquido sfuso, da bidoni di alluminio . La Scuola invece provvedeva a consegnarlo, tramite un dipendente, Salvatore, fratello maggiore di un attuale consigliere comunale dell’ opposizione, con un moto-furgoncino Lambretta. Per motivi economici il servizio fù sospeso dopo un paio di anni, ma continuò quello degli ambulanti, tolto solo perché fu “proibito” per motivi igienici dal Colera degli anni 70. In questi locali grazie anche all’ interessamento di un ex alunno, consigliere provinciale, veniva spostata la nuova mensa per i convittori, con nuova gestione, non più delle Suore del Sacro Cuore, e creato il nuovo dormitorio. Ma in precedenza, con provvedimenti di varie amministrazioni comunali di Piedimonte, era stata fatta man bassa di tutto il patrimonio del terreno menzionato nel primo verbale del 30 novembre 1890. Ciò per costruire le prime Case Popolari, l’ Opera Salesiani, e dulcis in fundo, Liceo, Commerciale, Industriale, tutte scuole munite di PALESTRA COPERTA. Qui è molto appropriato un vecchio detto popolare “Chi è figlio, e chi è figliastro”. E’ storia degli anni novanta, la cessione del vecchio oleificio di Via D’ Amore, al SERT per il servizio dei tossicodipendenti. Leggo che da alcuni giorni sono iniziate le lezioni dell’ Istituto Agrario nei locali dell’ INDUSTRIALE, vuol dire che allora i futuri miei colleghi Perito Agrario, finalmente avranno modo di fare educazione Fisica in una Palestra. Non mi sono mai interessato di politica, ne ho intenzione di farlo adesso, ma senza addentrarmi nel campo minato delle responsabilità, comunque singole e personali, per la mancata costruzione, e del declassamento della gloriosa SCUOLA, rilevo quanto segue:  E’ notorio ed inconfutabile a tutti i miei concittadini,  che il partito politico che ha comandato il Comune di Piedimonte per oltre quarantacinque anni, è lo stesso, vedi caso, il cui simbolo elettorale con lo SCUDO CROCIATO, compare alle spalle, del per ora incolpevole Presidente odierno della Provincia, dottor Zinzi. Auguri di pronta guarigione alla mia ex SCUOLA!!!”
Grazie come sempre alla “Redazione AltocasertanoMatese” per la collaborazione”. “Alfonso Ricigliano  Piedimonte Matese”

Pubblicato da red. prov. “Alto Casertano-Matesino & d”