Incidenti, ricatti, infortuni: la strage continua. Vogliamo diritti e garanzie per tutti. Il razzismo non è la soluzione. Perchè di lavoro non si muoia più!!!

Passano i giorni e monta l’onda razzista, cresce il delirio fascistoide, si gonfia il panico securitario. In questo clima esasperato il governo vara un decreto legge “antiromeno” e tutti si dimenticano che questa popolazione è la più sfruttata e utilizzata a basso costo dai nostri “democratici” imprenditori, nessuno si ricorda che nel solo 2006 sul posto di lavoro oltre 40 operai romeni hanno perso la vita. Nessuna indignazione, nessun provvedimento di urgenza viene preso per la strage quotidiana provocata dalla precarietà, dall’assenza di diritti che i lavoratori subiscono sul luogo di lavoro, rischiando la vita per 1000 €, quando va bene. Non si dica che è una fatalità morire in un cantiere, in una fabbrica, o alla guida di un trattore o di un tir: questi sono omicidi premeditati perché sono la conseguenza di continui tagli alle misure di protezione, alla riduzione di organico e all’esasperazione dei ritmi. Impietosi testimoni, i numeri dicono cosa sia il lavoro oggi, cinque morti e due infortuni gravi solo in un giorno, 5 novembre 2007. Una strage: chi pagherà, chi si indignerà per una madre che lascia 3 figli orfani? Respingiamo l’ondata di xenofobia che accomuna indistintamente le forze di destra e di sinistra. Chi oggi fomenta la caccia allo straniero è allo stesso tempo responsabile delle politiche che hanno incentivato la precarietà e peggiorato le condizioni di vita e di lavoro di tutti. Vogliamo più diritti, più garanzie, più salario, più sicurezza sul posto di lavoro. (Comunicato da COMITATO NO MORTI LAVORO)

Immacolata Orlando schiacciata dalla pressa. A casa aveva cinque figli

Angri(Salerno)Aveva 46 anni e cinque figli, quindi in casa lo stipendio del marito non bastava. Faceva l’operaia in uno stabilimento conserviero. Forse si riteneva fortunata ad avere un lavoro, ad Angri, provincia di Salerno, dove un posto in fabbrica è oro. Forse Immacolata Orlando la sera, quando guardava in tv quei giochi a premi in cui se indovini vinci centomila euro in un istante, immaginava apparecchiando la tavola di andare anche lei a ‘L’eredità’. Di tornare a casa con un simile tesoro. Dieci anni di stipendio in una sera, un sogno. Poi, al mattino si svegliava e andava in fabbrica, a etichettare conserve di pomodoro. I figli, quelli ancora ragazzi e il piccolo, nove anni, li vedeva la sera ma almeno c’era di che vivere, in casa. La mattina di ieri, che pareva un lunedì uguale a tutti gli altri, Immacolata Orlando è andata al lavoro. Nel monotono ronzìo delle macchine un urlo, gli impianti che si bloccano, l’atterrito accorrere dei compagni. Muti, lividi in faccia: tutto quel sangue, e più nulla, da fare. E la meccanica dei fatti la accerterà, senz’altro, l’indagine aperta dalla Procura, ma intanto in quel capannone del Sud l’unica certezza è il corpo immobile di una donna, schiacciata dalla mole impazzita di una macchina. Nello stesso giorno, le cronache dicono di altri morti sul lavoro. A Brescia un gruista in un cantiere. A Rovigo un asfaltatore, schiacciato da un rullo compressore. A Bolzano un agricoltore finito in un vascone. Alla Fiat Mirafiori Sebastiano Calarco, 55 anni, addetto alla manutenzione delle presse, è stato straziato da un braccio meccanico, mentre all’alba le rimetteva in funzione. è in coma. Storie così in 24 ore, non sono il bilancio di un giorno disgraziato. è semplicemente una giornata normale: i 1250 infortuni mortali del 2006 sono appunto quasi 4 morti al giorno. Ogni giorno, tocca a quattro italiani, quasi un’atroce lotteria. La pressa parte da sola, la tuta si impiglia negli ingranaggi, ma quelli continuano a girare. Gli studi rilevano che, dopo un calo negli ultimi decenni, da 10 anni il numero dei morti sul lavoro ristagna. Pare strano che macchine sempre più sofisticate non siano dotate di sensori, blocchi, freni, a fermare all’istante quelle morse d’acciaio. Le auto di lusso alla prima goccia di pioggia azionano automaticamente i tergicristalli; le presse, i bracci meccanici non hanno sensori che riconoscano un uomo. La sicurezza sul lavoro, pare a volte un costo aggiunto che pesa troppo sui bilanci. E’ un costo che ieri ha pagato tutto un’operaia del Sud, e quegli altri tre, fra Torino e il Nordest. E accerteranno, forse, che han commesso un errore, che si son distratti, o troppo familiarmente sporti verso gli ingranaggi a loro abituali. Un po’ come succede ai domatori, quando si scordano della ferocia di animali ormai familiari. Chissà a cosa stava pensando Immacolata Orlando, certo una con cinque figli e mille euro al mese ne ha tante, a cui pensare. Il lavoro dell’uno, la scuola dell’altro, e magari a che ora tornano a casa poi, il sabato sera. Il telefono e la luce ancora da pagare. E fra non molto Natale, e i regali da fare. Un istante sovrappensiero, un movimento sbadato? La macchina che conosci a memoria si rivolta, si abbatte secca come una ghigliottina. Non ci sarà ‘L’eredità’ stasera, e più niente da sognare. Un’altra lotteria ha eletto Orlando Immacolata da Angri, cinque figli, l’ultimo alle scuole elementari, tra i suoi vincitori. Quattro al giorno, come in ogni giornata normale. In quel capannone l’unica certezza è il corpo immobile di una donna, schiacciata dalla mole di una macchina. Fonte: Marina Corradi (L’Avvenire)

Vedi anche sito internet “Caduti dul lavoro” che ricorda le morti bianche: www.cadutisullavoro.it

Pubblicato da red. prov. “Alto Casertano-Matesino & dintorni”