Italia- (a cura di Stefano Ferrario giornalista di peacereporter) Ritornano a Kabul i militari della base NATO di Solbiate Olona (Varese). Partiti il 20 gennaio 2009, dall’aeroporto di Malpensa (su aerei dell’USAF), i 100 ufficiali di stanza al Comando di Reazione Rapida di Solbiate (uno dei cinque comandi di reazione rapida della NATO nel mondo), integrano il comando NATO delle operazioni militari in Afghanistan, basato a Kabul. Andranno a sostituire lo staff turco e resteranno al comando per i prossimi sei mesi. Il compito di comando dei militari della base “Ugo Mara” si era già avuto da agosto 2005 ad aprile 2006, con la responsabilità della spedizione militare “ISAF”  (International Security Assistance Force) e l’assistenza a  “Enduring  Freedom”    ( “missione” composta di una coalizione a guida statunitense) sotto la guida del Generale Mauro Del Vecchio (ora parlamentare del Partito Democratico). La “Ugo Mara”, cui comando c’è il Generale Gian Marco Chiarini, è situata tra le città di Varese e Milano, a pochi chilometri dall’aeroporto di Malpensa (che è impiegato anche come aeroporto militare; ne sono un ultimo esempio le partenze dei militari, sopra descritte) e in un raggio di 15 km dagli insediamenti a prevalente produzione bellica quali AgustaWestland ed Aermacchi. E’ attiva come base NATO a partire dal novembre 2001. Vi risiedono circa duemila soldati appartenenti a 15 paesi: italiani, inglesi, statunitensi, tedeschi, ungheresi e greci i più presenti. Questo comando di reazione rapida è in grado di gestire quattro divisioni degli eserciti più alcune unità d’organizzazione e comando in aeree di conflitto, per un totale di 60000 militari coinvolti. La visione della base e le molteplici attività insite la connotano come un centro di comando predisposto ad attuare una sorta di ‘guerra informatica’. Infatti non vi è la presenza, nell’area della base, di carriarmati, cannoni o altri grossi armamenti terrestri o aerei; ma ci si trova ad osservare, oltre al campo per le esercitazioni, numerosi impianti con paraboliche e radar, semoventi o su strutture fisse.
Inoltre è anche in corso un’ampia ristrutturazione che la porterà ad essere la prima base NATO in Italia con infrastrutture ed organizzazione della residenza pari alle grandi basi americane negli Stati Uniti ed in Europa. Infatti, è già in atto la costruzione di quello che è stato chiamato “Villaggio Monte Rosa”, un vero e proprio paese abitato dai militari e dalle loro famiglie, che prevede: la complessiva costruzione di 227 palazzine, 448 uffici, 3 aree briefing, sale per congressi, impianti sportivi al coperto ed esterni, centri ricreativi, un centro medico, scuole, sportelli bancari, alcuni negozi. Il villaggio sorge su un’area di 35 ettari. A partire dall’inizio del 2004 la base NATO sta coinvolgendo con sempre più intensità il territorio della provincia di Varese. Infatti, non solo si espongono attivamente le amministrazioni comunali limitrofe (siano esse di centro-destra o di centro-sinistra: Solbiate, Fagnano, Olgiate, Gorla Minore, Gorla Maggiore, Cairate, Castellanza, Busto Arsizio), in sostegno culturale alle attività della base ma, in questa direzione, troviamo anche associazioni a carattere ludico, gruppi d’ex-combattenti di vari corpi d’armata e soprattutto scuole, oratori e scouts dei vicini Comuni. Le visite delle scuole pubbliche e private, soprattutto elementari e medie inferiori, all’interno della caserma sono molto frequenti. D’altro canto, dove non è la caserma ad accogliere sono i militari della NATO ad uscire e tenere spazi d’informazione sull’attività della base e a raccontare le “missioni estere” in Afghanistan, Iraq, Kosovo, Bosnia, ecc. (con mostre fotografiche e proiezioni multimediali), nonché ad organizzare momenti di festa e ricreativi. Infine, va segnalato che a questo ‘clima’ di glorificazione della “Ugo Mara” molto contribuiscono anche tutti i massmedia della provincia di Varese (TV, quotidiani cartacei e web), ‘appiattiti’ sulle istanze dei militari della NATO, invitati con costanza all’interno della base. (Articolo a cura del giornalista Stefano Ferrario di Peacereporter)

Pubblicato da red. prov. “Alto Casertano-Matesino & d”