“Perché protestiamo? Perché vogliamo restare. Abbiamo tutti fra i 20 e i 30 anni,  i nostri amici sono al Nord, all’estero, noi però non vogliamo andarcene. Ma per restare abbiamo capito che dobbiamo far qualcosa per cambiare questo posto”

“Noi, in guerra contro il degrado in Campania”. La storia di coraggio dei ragazzi di ‘Freebacoli’

Hanno vent’anni e non vogliono andarsene dal Sud. E per questo combattono contro l’abbandono dello Stato nel loro paese: pulendo monumenti, spiagge, e chiedendo bonifiche e interventi culturali. Ma c’è chi prova a fermarli con incendi e intimidazioni

DI FRANCESCA SIRONI (Tratto da L’Espresso)

La prima foto è di una manifestazione: una trentina di ragazzi, un megafono, uno striscione. Ma no, non è un corteo contro un ministro o una legge.

Lo slogan è: “Aprite la tomba di Agrippina!”. Universitari e attivisti sono ritratti un anno fa mentre protestano per chiedere l’accesso al pubblico di un monumento nazionale, un ninfeo imperiale sopravvissuto a diciotto secoli di storia sul lungomare di Bacoli, a Nord Ovest di Napoli. È qui, fra le solfatare dei Campi Flegrei, che Antonio Carannante e i suoi amici hanno fondato “Freebacoli “, un’associazione che ha dichiarato guerra al degrado.

«Perché protestiamo? Perché vogliamo restare. Abbiamo tutti fra i 20 e i 30 anni,  i nostri amici sono al Nord, all’estero, noi però non vogliamo andarcene. Ma per restare abbiamo capito che dobbiamo far qualcosa per cambiare questo posto».

Quel “qualcosa” loro lo vedono nel rispetto dell’ambiente, nella relazione fra gli abitanti e la loro storia, a partire da quella archeologica, nella trasparenza. «La nostra prima battaglia, cinque anni fa, è stata per le bonifica dei terreni inquinati dalle discariche abusive», racconta Antonio, «Il consiglio comunale ha votato l’accordo per rimuovere i veleni ma niente è stato messo in pratica. Così ogni anno, il 18 aprile, ricordiamo con una manifestazione la delibera caduta nel vuoto».

Il fronte non è solo quello dei rifiuti, per il quale i trenta ragazzi di Freebacoli continuano a battagliare promuovendo casa per casa la raccolta differenziata. L’altro è quello dei beni culturali. Pochi giorni fa, in una decina, hanno invitato volontari della Protezione Civile e di Legambiente a pulire insieme a loro la spiaggia davanti alle terme romane di “Grotte dell’Acqua”, a Bacoli. «Ci son volute solo due ore», raccontano sulla loro pagina web, «eppure non era mai stato fatto», e davanti ai mattoni imperiali c’erano carcasse di metallo, animali morti, fango e spazzatura.

«Io sono laureato in ingegneria aerospaziale, ora sono iscritto alla specialistica», spiega Antonio, «Nessuno di noi è archeologo. Non lo facciamo per interesse, ma per passione. Perché siamo di qui, e ci sembra indecente il degrado in cui le istituzioni lasciano interi pezzi di territorio». Per questo hanno deciso di riprenderselo, pian piano, con le buone. Da due anni organizzano una manifestazione chiamata “MonumentiAmo”, per la quale organizzano visite guidate ai monumenti meno noti (o aperti solo su prenotazione) della zona: «L’anno scorso sono arrivate 400 persone», racconta, «A dimostrazione che non è che alla gente non importi nulla. È solo che non li conosce, i nostri luoghi».

Chi se ne dovrebbe occupare? La Soprintendenza, «Ma è lontana», o il Comune, «Ma il sindaco è più impegnato a querelarci per ogni denuncia che facciamo che non a intervenire». Come quella per l’esposto su una pietra che si era staccata all’interno delle grotte dell’acqua, oppure per le manifestazioni contro lo stato di abbandono della pista ciclabile che avrebbe dovuto permettere di fare il giro del lago Fusaro, all’interno del quale c’è la “casina” disegnata da Vanvitelli: è interrotta a metà e coperta da erbacce.

Alcune battaglie, anche se per poco, sono andate a buon fine. Come quella per evitare la chiusura del museo archeologico dei Campi Flegrei, inaugurato pochi anni fa e già abbattuto dalla mancanza di fondi (o di volontà).

Le porte sono rimaste aperte, anche se dal luglio scorso, nei giorni festivi (quelli in cui di solito un visitatore si muove) può capitare sia possibile vederne una sola stanza, «a causa della carenza di personale», si legge sul sito, e durante la settimana l’ingresso è possibile solo fino all’ora di pranzo. L’abbandono dello Stato è continuo: aree archeologiche visitabili solo su appuntamento, altre sprangate, altra ancora diventate discariche.

Il riscatto da questo fuggi-fuggi delle istituzioni non è facile. Lo sanno gli attivisti di Freebacoli: il loro far rumore per chiedere regole, trasparenza e investimenti non va bene a tutti. A uno degli iscritti, Alessandro Parisi, hanno bruciato l’auto. A un altro, Josi della Ragione, che è anche consigliere comunale all’opposizione, è stata incendiata a febbraio la salumeria di famiglia . La sede dell’associazione è stata scassinata. «Ma non ci fermiamo», assicura Antonio. Anzi, hanno rincarato e deciso di presentarsi come lista civica alle prossime elezioni comunali, previste per il 2015.

Intanto, però, restano impegnati nella loro ultima battaglia, che ricomincia puntuale ogni anno con la stagione estiva: quella per garantire l’accesso alle spiagge, al mare. Anche i lidi privati infatti dovrebbero permettere  ai passanti di accedere per un bagno o per restare sul bagnasciuga: «Ma questo non avviene», denuncia Antonio: «I proprietari chiedono un ticket anche solo per passare. Abbiamo denunciato le irregolarità decine di volte, non è mai successo niente». (Tratto da L’ Espresso)