Cellole(Ce)– Il comitato ‘’vittime infortuni sul lavoro’’, nasce come realtà di volontariato ed è costituita da familiari, sopravvissuti, che hanno deciso di unirsi e mettersi a disposizione della collettività, sulla base delle drammatiche esperienze subite. Vittime di errori umani o di eventi naturali che, in entrambi i casi, possono generare danni tali da modificare il corso e il percorso della vita in maniera inconfutabile. Senza distinzione di sesso o di età coloro che vengono colpiti da simili drammi, siano essi vittime, superstiti, sopravvissuti, familiari delle vittime, subiscono violente ferite nel corpo e nell’anima che non sono assolutamente rimarginabili. Per tutti la vita che va avanti in realtà si ferma al fatidico giorno del disastro. Nella certezza che la nostra iniziativa contribuirà ad aumentare l’attenzione su questi temi, avendo subito personalmente un gravissimo infortunio sul lavoro con evidente atto di ingiustizia. In occasione del convegno sul tema Infortuni sul lavoro con conseguenze sociali, il sottoscritto in qualità di rappresentante del comitato vittime infortuni sul lavoro ’’ come questo primo appuntamento, si propone l’obbiettivo di sensibilizzare ed informare l’opinione pubblica sul tema degli infortuni sui luoghi di lavoro, e delle conseguenze che ne derivano. Ed è proprio dall’esperienza dei tragici fatti vissuti in prima persona che il comitato ha deciso di informare l’opinione pubblica.L’ incontro di oggi vuole rappresentare una grande sensibilizzazione riguardo il dopo post infortunio, problema di grande rilevanza in Italia che non sempre ha, da parte del pubblico, ed a volte da parte degli stessi datori di lavoro, l’attenzione che merita. Prima di ogni altra cosa vorrei che da questo nostro comitato parte un saluto affettuoso al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per la grande sensibilità da Egli dimostrata, esercitando nel migliore dei modi il Suo altissimo ruolo di garanzia, non solo in occasione di incidenti tragici ma ogni volta in cui richiama tutti alla ricerca di soluzioni che in qualche modo rendano meno frequenti possibile questi drammatici eventi. Un ringraziamento anche a tutte le autorità presenti, a tutti quelli che mi hanno portato fin qui in una vicenda complessa, difficile, ma esaltante. Un ringraziamento va alla radio circuito solare che ha voluto contribuire all’iniziativa con la divulgazione del convegno attraverso l’etere, grazie anche al pastore della chiesa avventista Davide Malaguarnea che ha fatto andare in onda lo spot del convegno sulla radio avventista, grazie all’associazione Anmil che lavora da quasi 60 anni per difendere e tutelare i diritti dei quasi 500.000 invalidi sul lavoro, e ringrazio il Presidente Nazionale Bettoni che ebbi modo di conoscerlo personalmente e che viene rappresentato dal Presidente Provinciale Cantile, che rappresenta la più forte associazione europea che opera in questo campo, la più forte per numeri di iscritti e per capacità di autofinanziamenti. Grazie all’Aido di Cellole e Caserta che sono anche socio che hanno contribuito al convegno mettendosi a disposizione per la stampa delle locandine del convegno, grazie alle altre associazioni presenti con i loro loghi sulla locandina, che hanno voluto sentire il problema che ha colpito me e tanti lavoratori anche loro, grazie al Comune di Cellole che ha patrocinato questo convegno mettendomi a disposizione manifesti e locandine. Ringrazio tutte le forze politiche presenti e ringrazio in modo particolare l’associazione Over 40 di Roma che ha voluto essere presente a questo appuntamento rappresentato dal Sig Walter Deittinger che ringrazio di vero cuore. In particolare un ringraziamento di vero cuore per la professionalità e serietà al mio difensore Avv Cantelli, ed alla Dr.ssa Nardi, che non hanno mai esitato nello starmi vicino nei momenti di bisogno. Infine un ringraziamento e un saluto cordiale al Parroco Don Lorenzo e i suoi collaboratori del comitato della Parrocchia di San Marco e San Vito per averci permesso di incontrarci qui. Ma la mia gratitudine oggi va a voi tutti per essere intervenuti così numerosissimi a questo nostro incontro che vuole inaugurare l’opera che intende svolgere il comitato che oggi rappresento. Ho ritenuto di dovere organizzare questo convegno perché la nostra mia è una questione essenziale a che la società del nostro amato paese possa essere definita civile. Ho ritenuto giusto e doveroso che oggi siano state ascoltate le voci di chi ha subìto le drammatiche conseguenze degli incidenti sul lavoro come il sottoscritto. Posso affermare che non si possono ascoltare queste tristi storie senza partecipare al grande dolore che le contraddistingue. Sono convinto che in questo siamo tutti d’accordo, e in questo senso maturi anche una consapevolezza collettiva: è importante che tutti i cittadini, qualunque cosa facciano nella vita, nella società si sentano partecipi di questo impegno che deve essere sicuramente di tutti. Per questo, sottolineo, serve ora uno sforzo delle forze politiche, delle istituzioni per la realizzazione del bene comune. Desidero richiamare tutte le forze politiche ad un maggiore interessamento per favorire una più forte collocazione nel mondo lavorativo di chi è rimasto vittima del lavoro. Questo nostro meraviglioso paese è stato liberato dai nostri nonni e dai nostri padri dalle macerie delle Guerre, non dobbiamo permettere che questo grande patrimonio possa essere sgretolato sotto il peso di una mancanza di moralità e di solidarietà sempre più diffusa. Facciamo tutti insieme una selezione delle cose che veramente servono per farci stare bene e per mantenere un tenore di vita DECOROSO per noi e sicuro per i nostri figli. Cittadini la partita e più che mai aperta. È difficile, ma è aperta, svegliamoci. L’unica arma che abbiamo per vincerla è la nostra dignità. Ho il dovere morale di sensibilizzare l’opinione pubblica su queste triste tematiche degli incidenti perche aumenti la cultura della sicurezza sul lavoro tra il lavoratore e il datore di lavoro. Ma la vita reale è un’altra e fatta di operai che la mattina partano per andare a lavorare per guadagnarsi uno stipendio onesto, e non sanno se la sera tornano a casa tra i loro cari. Ho avuto modo di far conoscere il mio caso penoso in provincia di Caserta attraverso i giornali e tv locali e nazionali, ho informato più volte le alte cariche dello stato. Ho esposto 2 volte su istanza del sottoscritto all’intera Giunta Comunale di Cellole , sottolineando a tutta la Giunta la perdita del posto di lavoro a causa dell’infortunio, avendo denunciato il datore di lavoro, che sono sicuro di non essere unico in provincia di Caserta, chiedendo all’intera giunta di intervenire a sostegno del sottoscritto. Ho esposto su istanza del sottoscritto all’unione dei Comuni Area Caserta Sud-Ovest evidenziando che occorre dare un forte segnale ed un concreto sostegno alla propria istanza. Ho presentato inoltre un istanza al Presidente della Provincia di Casera in data 07/05/2010, e che ad oggi nessuna comunicazione mi sono visto arrivare. Ho presentato in data 15/06/2010 un istanza al Presidente del Consiglio Regionale come trattazione del proprio caso al prossimo Consiglio Regionale, nonostante i vari solleciti verbali all’istanza ad oggi nessuna risposta mi sono visto arrivare. Mi domando; cosa deve ancora succedere, a chi devo per questa mia vita rubata? Dove sono i Deputati e Senatori, Consiglieri Regionale, e Provinciali della provincia di Caserta che più volte ho sollecitato anche a Roma fuori la Camera e Senato di occuparsi del mio caso? Ho fatto un appello attraverso i giornali locali locale che l’hanno letto pure i muri, ma non la politica locale Casertana, ma perche? ‘’ BASTANO POCHE PAROLE PER FAR CAPIRE A CHI VUOL CAPIRE’’ La storia del sottoscritto ha dell’ incredibile sul piano Giuridico Costituzionale e morale. Si tratta di un caso particolare in quanto l’infortunio gravissimo sul lavoro avvenuto in data 4/3/03 con conseguente danno neurologico in seguito ad un trauma cranico encefalico del tutto evidente e riconosciuto, ha comportato paradossalmente non attestati di solidarietà, comprensione e dignitoso aiuto ma, paradossalmente, la perdita del posto di lavoro. Il che in seguito alla procedura in amministrazione straordinaria della società fallita silia spa di Pignataro M. da parte del Tribunale di Casal Monferrato in data 6/6/06, ed al rifiuto del sottoscritto di firmare in data 24/7/07 un verbale fatto in sede sindacale con il nuovo acquirente SILTAL spa con il quale venivo spinto a rinunciare a qualsivoglia pretesa in relazione ad ogni comportamento omissivo e/o commissivo della precedente datrice di lavoro ed a qualsivoglia richiesta di risarcimento del danno derivante da infortunio sul lavoro, anche in via transattiva, ad ogni azione promossa o da promuovere. Il che significava sospendere un procedimento penale e due civili già in atto avviati con molta caparbietà e coraggio contro la società fallita silia spa, responsabile del mio infortunio, che ha visto la sua definizione con la pronuncia del Tribunale di Santa Maria C.V in data 09/02/2010. Nel dispositivo è stata evidenziato la responsabilità del’azienda per la violazione delle norme antinfortunistiche, e la condanna del dirigente aziendale per lesione colpose. Un provvedimento che pur avendo portato alla luce una verità che si cercava di nascondere da parte di tutti gli organi di competenza non è servito però a restituire al sottoscritto il posto di lavoro perduto. Intanto, cosa strana, in un paese che si ritiene civile e garantista, la lotta per la salvaguardia e la sicurezza nell’ambito del lavoro e il coraggio dimostrato dal sottoscritto nel voler vedere affermati i propri diritti e quelli di quanti, oggi, sono nelle medesime condizioni, hanno determinato condizioni di notevole disagio per la propria famiglia che ad oggi vede sempre più minacciato il proprio diritto ad una vita dignitosa. Il caso descritto scandito da richieste alle più alte carche dello Stato, incontri con personalità e rappresentanti di rilievo della vita politica ed istituzionale italiana ed europea e quant’altro la situazione richiedeva non hanno portato al riconoscimento dei propri diritti, ma solo alla constatazione di un tradimento dei propri ideali; non hanno portato ad una sua concreta risoluzione pure a fronte della lesione di un diritto fondamentale del dettato costituzionale: il lavoro. Si deve forse pensare che non ci si trovi in un stato di diritto? Che non bisogna più lottare per difendere la propria liberta ma cedere a vili compromessi ed assistere passivamente all’azione di chi, preso dalla brama del denaro e dal profitto calpesta il diritto a vivere di lavoratori onesti, colpevoli solo per voler superare quella coltre di silenzio che copre alla pari le morti bianche e le precarie condizioni in cui versano i luoghi di lavoro? È per questo che vi sottopongo, insieme a quello di tanti altri, il mio caso, con grande umiltà, ma anche con la consapevolezza di aver subito, io e la mia famiglia, una grande violenza morale. Alla luce di quanto riportato, resta la profonda delusione dell’uomo, che vede un suo diritto, in quello che dovrebbe essere uno Stato di diritto, per nulla considerato. Come si può avere, allora, ancora fede nelle istituzioni se la lotta per cause giuste comporta matematicamente una drammatica sconfitta? Infatti, le istituzioni cui il sottoscritto si è rivolto più volte, pur manifestando comprensione al caso prospettato, alla fine, o si sono trincerate nell’indifferenza o hanno assunto posizioni deboli, non decise. Eppure, si è di fronte alla ingiusta perdita di lavoro di un cittadino, che ha reso palese, a tutti i livelli, la sua situazione che, non ancora risolta nonostante promesse varie di interventi mirati, ha comportato offesa alla sua dignità, condizioni disagiate ed umilianti alla sua famiglia, un evidente atto di ingiustizia.

Ringrazio tutti voi e concludo per il prezioso contributo, noi tutti abbiamo bisogno di aprire porte e finestre del mondo del lavoro, e della legalità e di far entrare l’aria, il vento dei diritti, innanzitutto del diritto alla vita.

“Il lavoro rimane un punto di riferimento, un problema, e un dovere costituzionale”.

Sono Intervenuti come membri del comitato.’’ Vittime infortuni sul lavoro’’

1) Stefania Cecere di Capua figlia del operaio defundo della DSM di Capua settembre 2010

2) Angelina Martone vedova

3) Antonio Mercuri infortunato sul lavoro (nuovo iscritto del 26/03/2011)

4) Massimo Nacarlo infortunato sul lavoro già socio Ed altri infortunati sul lavoro nel anno 2010 che non volevano essere citati.

Sono intervenuti:

GENNARO PAPA operaio infortunato,

1) Dr.ssa Valentina Botta Responsabile Regionale IDV del lavoro e walfare

2) Saverio Cantile Presidente provinciale ANMIL

3) Dr.ssa Francesca Rastrelli Segreteria presidenza della Camera dei Deputati

4) On Lorenzo Diana

5) Avv. Walter Deittinger Ass ADTAL OVER 40

6) Dott. Antonio Lepore Sindaco di Cellole

7) Assessore provinciale al lavoro Girolamo Cangiano

8 ) Avv. Giovanni Cantelli Penalista

9) Cantautrice e Testimonial per la Pace Agnese Ginocchio (intervento finale in parole e musica per la Pace e i diritti del lavoro)

Sono inoltre  intervenuti anche il:  Presidente Provinciale del ANMIL Saverio Cantile, Lorenzo Diana, Francesca Rastrelli Romano Segreteria della Presidenza della Camera, Valentina Botta responsabile Regionale lavoro del Italia Dei Valori, Giovanni Cantelli Avvocato Penalista, Stefania Cecere figlia del operaio morto della DSM di Capua,

(Nelle foto da sx: L’avv. Giovanni Cantelli, Papa Gennaro,  Francesca Nardi giornalista, Girolamo Cangiano assessore provinciale al lavoro(foto 2), Antonio Lepore Sindaco di Cellole. Ed inoltre:  Lorenzo Diana(foto3 ); Agnese Ginocchio (foto 4). Autore foto: Andrea Pioltini, fotoreporter)

Pubblicato da red. prov. “Alto Casertano-Matesino & d”