Caiazzo(Ce)-(TeleradioNews)Un clamoroso equivoco, chissà quanto dovuto a mera ignoranza dei fatti, ha portato qualche testata locale ad imputare al sindaco Stefano Giaquinto ed al vice sindaco, nonché assessore ai servizi Sociali, Tommaso Sgueglia, responsabilità che assolutamente non possono competere all’Ente locale riguardo al dramma della famiglia con cinque bambini senza casa (leggi quì storia). O peggio che ha occupato abusivamente una fatiscente abitazione già sfrattata da un’altra famiglia, perché soggetta a procedura giudiziaria di esproprio da parte di una banca, in seguito al mancato pagamento del mutuo contratto dall’ultimo acquirente, e che, a sua volta, ha occupato un alloggio di proprietà comunale, spettante ad altri. Nel primo caso il Comune non può intervenire perché la famiglia di sette persone, fra cui cinque bambini in tenera età, uno dei quali ammalato piuttosto gravemente, è residente in altro Comune e, mancando il presupposto di un’abitazione occupata legalmente, non potrebbe mai acquisire la residenza caiatina e quindi l’eventuale diritto a un sostegno dall’amministrazione comunale; nel secondo caso invece da tempo il Comune è stato costretto ad avviare la procedura di sfratto dall’alloggio occupato abusivamente e, nonostante la presenza di bambini anche in tale nucleo familiare, si prospetta una procedura coattiva con l’impiego della forza pubblica. Presupposti, entrambi, che potrebbero portare anche alla perdita della patria potestà. Una serie di drammi concatenati, quindi, che vede il Comune assolutamente impossibilitato ad intervenire, con la disponibilità di un alloggio o un sostegno economico, in particolare per il caso per cui l’altro giorno è intervenuta Agnese Ginocchio(nella foto a dx), testimonial della Pace e della solidarietà che, non a caso, ha puntato sull’intervento della Caritas Diocesana, ente filantropico il cui sostegno, grazie a Dio, non è subordinato alla residenza o ad altri cavilli burocratici. Tirare in ballo l’ente locale, quindi, non solo è stato inutile, ma potrebbe risultare deleterio, proprio per gli indigenti, qualora fossero state ufficializzate situazioni che finora qualcuno aveva cercato di ignorare. Ma, come spesso capita, al peggio non c’è mai fine, atteso che alla famiglia occupante l’appartamento in fase di esproprio bancario sarebbero arrivate richieste di soldi per il fitto mensile da parte del sedicente proprietario, ovvero di uno sciacallo che meriterebbe la lapidazione.  (Fonte: Agenzia Teleradionews)

Pubblicato da red. prov. “Alto Casertano-Matesino & d”