fermare ...ROMA – Bisogna fermare le sempre più diffuse manifestazioni di xenofobia. Lo ha detto  oggi il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dopo che ieri un immigrato indiano è stato dato alle fiamme da tre ragazzi mentre dormiva nella stazione di Nettuno, in provincia di Roma. “Siamo dinanzi a episodi raccapriccianti che vanno ormai considerati non come fatti isolati ma come sintomi allarmanti di tendenze diffuse che sono purtroppo venute crescendo”, si legge in una nota diffusa dal Quirinale. “Rivolgo perciò un forte appello a quanti hanno responsabilità istituzionali, culturali, educative perché si impegnino fino in fondo per fermare qualsiasi manifestazione e rischio di xenofobia, di razzismo, di violenza”, ha aggiunto il capo dello Stato. Nella notte tra sabato e ieri un indiano è stato aggredito, cosparso di liquido infiammabile e dato alle fiamme nella stazione di Nettuno, e adesso è nettuno-2feb.jpgricoverato all’ospedale Sant’Eugenio di Roma in gravi condizioni, anche se non in pericolo di vita. Per l’aggressione sono stati fermati tre giovanissimi. Il ministro dell’Interno Roberto Maroni ha parlato di “una vicenda bruttissima” legata più al degrado sociale che al razzismo. “E’ una vicenda bruttissima che da quanto mi risulta è più legata al degrado ambientale di questi ragazzi, che è probabilmente più grave di una vicenda di razzismo… chiama in causa la società tutta, la mancanza dei fondamentali, dei principi del vivere civile”, ha detto Maroni nel corso di una conferenza stampa a Caserta. (Fonte: Reuters)

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Articolo 2:

Si annoiavano andavano in cerca di emozioni forti

Si annoiavano. I tre ragazzi italiani, un minorenne e due maggiorenni, che la notte scorsa hanno dato fuoco a un indiano mentre dormiva su una panchina della stazione ferroviaria di Nettuno, erano in cerca di emozioni forti. Volevano finire la serata, trascorsa tra droga e alcol, con un gesto eclatante. Dopo il pub avevano iniziato a vagare in macchina. Alla ricerca della solita scorribanda. Poi la brillante idea. Immotivata, violenta, cieca. Una furia che ha travolto Singh Navtè, di 35 anni, che ora riporta sul 40% del corpo ustioni. E quando li hanno condotti in caserma hanno fatto i duri, scrive Corriere. Hanno tentato anche di negare l’evidenza. Poi  il minorenne ha ammesso, senza alcun segno di pentimento: “Avevamo bevuto tanto e c’eravamo fatti le canne. Era tardi e stavamo ancora girando in macchina. Cercavamo un barbone, non doveva essere per forza uno straniero. Se era romeno o negro non ci fregava niente. Siamo passati dalla stazione e abbiamo visto uno sulla panchina”.

Non per razzismo, no per xenofobia, non per denaro. Ma solo per tedio.  Quasi come se, scrive Passi nel Deserto, questo particolare cambiasse di  una virgola questo fatto che – da solo – dovrebbe farci vergognare di essere (oggi) italiani

Durissime le reazioni.

L’escalation di violenza delle ultime settimane non è una colpa politica. Non è la destra o la sinistra, anche se Veltroni, sempre in stato agonizzante, si affretta a puntare il dito contro Alemanno e a snocciolare una scarica di banalità. Walter, credi che Roma fosse più tranquilla e tollerante quando c’eri tu in Campidoglio, tra rom, stupri e violenze contro gli immigrati? A noi non risulta. (da Blogosfere)

Articolo 3 correlato:

Nettuno Gioventù che brucia. Un cittadino di origine indiana incendiato per “provare una forte emozione”.L’episodio di Nettuno spinge quasi tutti i giornali a dedicare a questa notizia il titolo di apertura. E rivela il disagio della stampa nell’interpretare fatti così violenti e crudeli.

 “Bruciano immigrato, per divertirsi“: è l’apertura di LA REPUBBLICA sul raid razzista di Nettuno. Al quale dedica spazio sia nelle pagine nazionali che in quelle romane. La cronaca è a firma di Carlo Bonini: “Un euro di benzina e abbiamo acceso il barbone volevamo un’emozione forte per finire la serata” è il titolo del suo pezzo e dice tutto. Impressionanti le dichiarazioni del 19enne Luca, il solo reo confesso dei tre (uno è 16enne, l’altro ha 29 anni): «è stata una bravata, eravamo un po’ fatti e volevamo fare uno scherzo a quell’indiano, il razzismo non c’entra… lo avevamo incontrato prima e lui ci aveva insultato. Poi alla stazione di servizio ci è venuta l’idea… quando siamo tornati io sono rimasto in auto, gli altri son andati a cercarlo. Ma il piano era di spegnerlo subito». La vittima – secondo la ricostruzione di Anna Maria Liguori – è stata svegliata circa alle 4 del mattino dei tre che volevano dei soldi; l’indiano – il 35enne Navtej Singh Sidhu – non ne aveva e quindi hanno cominciato a picchiarlo. In un secondo momento sono tornati con la benzina. Per certi aspetti rivelatrice la dichiarazione di condanna del sindaco (Alessio Chiavetta, Pd): «un gesto gravissimo sul quale esprimo la mia condanna e quella di tutta la città… Garantire la sicurezza in un territorio vasto come il nostro non è facile. Abbiamo chiesto un aumento di organico e presto installeremo telecamere di controllo in vari punti della città». Ovvero il punto sono le telecamere. Non quella che – giustamente – Miriam Mafai analizza nel suo editoriale (dalla prima a pagina 20). “La cultura della violenza”. «Questo non è razzismo», scrive, «Forse, se possibile, è ancora peggio. Nella violenza di questi ragazzi, italiani o stranieri, c’è soltanto un cieco desiderio di sopraffazione, il piacere di infliggere sofferenza e sentirsi così più forti»; «è la nostra cultura, quella che caratterizza la nostra società, che in qualche modo abbiamo costruita, che disprezza e irride alla mitezza, alla pazienza, alla solidarietà, alla debolezza, alla sobrietà».

Il CORRIERE DELLA SERA apre sulla notizia dell’agguato all’immigrato di Nettuno, ma non aggiunge particolari. Nessun commento e poca attenzione alle ricadute politiche. Sul tema immigrazione invece pubblica una intervista di Aldo Cazzullo a Giuseppe Pisanu, ministro degli Interni nel governo Berlusconi tra il 2001 e il 2006. Dice Pisanu: «Silvio non subisca i ricatti leghisti». «Sull’immigrazione abbiamo gli occhiali appannati dalla paura. Il clima di questi giorni è anche figlio della strumentalità con cui si è guardato a questo fenomeno. Invece dobbiamo capire che l’immigrazione è un fenomeno che orienterà i processi politici e sociali dei prossimi anni». E poi: «Ci sono apprendisti stregoni che non riescono a dominare i fantasmi da loro stessi creati». Su Berlusconi: «Lo conosco e sono sicuro che la pensa come me, per la sua apertura naturale ai problemi del lavoro. Luii è un uomo senza pregiudizi. Purtroppo subisce il peso condizionante della Lega».

LA STAMPA apre sull’aggressione di sabato notte. “Indiano bruciato per gioco” è il titolo in prima. A pag. 3 il racconto della vittima, Navtej Singh Sindhu raccolto da Daniela Daniele. Racconta la sua storia: «Da cinque anni vive in Italia e fino a quattro mesi fa lavorava come muratore a Lavinio. Poi la crisi. Il licenziamento. “Non avevo più soldi per pagarmi una casa”-. E allora, la strada. Fino a tre notti fa, la stazione Termini era il suo rifugio. Ma lì i controlli sono continui e minuziosi. Così l’uomo sale sul treno che ogni sera parte per Nettuno e scende a quella stazione. Il suo nuovo riparo». Il commento di Ceronetti che parte in prima, “Anatomia di un crimine”, in realtà parla d’altro, parla della questione stupri. Un excursus storico e sociologico che si chiude così: «Il dono all’Italia di questi campioni di umanità degradata è stato fatto dai frenetici allargamenti a Est dell’Unione e dalla follia di Schengen». Mah…

Bruciano un immigrato. «Cercavamo emozioni»” è il titolone in prima pagina su IL GIORNALE che alla vicenda dell’indiano dedica l’ editoriale di Michele Brambilla (che prosegue per tutta pagina 2), intitolato “Due estremismi sul razzismo”. «Sarebbe un grave errore liquidare la faccenda come una bravata di tre giovani con la testa vuota… resta il fatto che un allarme razzismo in Italia oggi c’è, eccome se c’è. Non fosse altro per il fatto che molti stranieri, soprattutto se extracomunitari, sono oggi i soggetti più deboli: e come tali diventano automaticamente i bersagli più facili… Chi non vede questa realtà non è molto distante – come modo di pensare – da chi sostiene che le camere a gas non sono mai esistite». Accanto all’estremismo dei «negazionisti del razzismo», però, ne esiste un altro, speculare e opposto: quello di coloro che scomunicano «chiunque dia notizia anche dei delitti compiuti da stranieri fatti entrare in Italia con troppa disinvoltura». Termina dicendo che, finché il paese continuerà a essere spaccato fra coloro che negano il razzismo e coloro che lo vedono ovunque, difficilmente si troverà una soluzione. Anzi continueranno a crescere l’odio e la paura. Fa il paio con l’editoriale di Brambilla, un’intervista a Daniela Santanché: “«Ma quale emergenza xenofobia. Strumentalizzano casi drammatici»”. Il titolo è abbastanza esplicito. Secondo l’esponente del movimento per l’Italia, il clima attuale è frutto delle politiche di immigrazione del governo Prodi, grazie alle quali gestire l’integrazione oggi è ancora più complesso. Complice, la crisi economica. Ma la falla più grande sta nella discrezionalità della magistratura e nei tempi biblici per ottenere giustizia. All’episodio sull’indiano bruciato, il GIORNALE fa seguire la notizia dell’ennesimo stupro. Due per la verità: uno a Vittoria, in provincia di Ragusa, ad opera di alcuni magrebini che hanno aggredito una ragazza romena e il suo fidanzato; e uno di nuovo nel Lazio, per mano dell’ex convivente della donna abusata. Segue un’intervista a Roberto Maroni: “«I giudici liberano troppi delinquenti»”. Il ministro accusa certi magistrati di essere fuori dalla realtà e di vanificare con le loro sentenze il lavoro delle forze dell’ordine. Si dice molto preoccupato anche per la protesta degli operai inglesi e auspica un dialogo fra premier. Flavio Briatore, intervistato da Tony Damascelli, smorza i toni sul caso di Grimbsy: «Macché razzismo, gli inglesi temono solo di perdere il lavoro». E ancora: «Mai avvertito diffidenza verso noi italiani. Il vero bersaglio è il governo, come sempre accade quando l’economia va male».

 Pubblicato da red. prov. “Alto Casertano-Matesino & d”