Era a disposizione dei casalesi“. Così un pentito accusa Nicola Cosentino. E’ il quinto collaboratore di giustizia a puntare il dito contro il sottosegretario all’economia. Che continua a rimanere al suo posto

Italia-Inchieste– (di Emiliano Fittipaldi e Gianluca Di Feo, L’Espresso) Durante la mia latitanza molto spesso mi sono incontrato con l’onorevole Nicola Cosentino. Egli stesso esplicitamente ci aveva detto di essere  a nostra disposizione… Quando dice ‘nostra’ Dario De Simone parla dei casalesi, la più feroce organizzazione criminale campana. De Simone è stato uno dei loro capi: revolver alla mano, accanto al padrino Francesco Bidognetti ha ucciso una decina di persone. Poi nel 1996 ha deciso di collaborare con i magistrati: le sue rivelazioni sono state determinanti per il maxiprocesso Spartacus. Per gli inquirenti è un ‘pentito’ fondamentale, per il resto del clan un condannato a morte. Quando fa il nome di Nicola Cosentino, i killer gli hanno appena assassinato il fratello e il cognato. Ma va avanti: “L’onorevole aveva avuto espressamente il nostro aiuto per le sue elezioni, era a disposizione per qualunque cosa noi gli avessimo potuto domandare. Se gli avessimo chiesto un certo tipo di lavoro pubblico, non esisteva che potesse rifiutarsi”. De Simone registra questa deposizione il 13 settembre 1996, dopo di lui altri quattro collaboratori di giustizia chiameranno in causa il politico di centrodestra, come ha riferito L’espresso nelle inchieste pubblicate nelle scorse settimane. Continua a leggere