Speciale Guerra LIBIA


Secondo quanto appena dichiarato dalla testata francese Paris-Match, il 5 agosto scorso Gheddafi avrebbe scritto una lettera al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, chiamandolo “amico” e rivolgendogli un appello per fermare la guerra libica e i bombardamenti sulla popolazione civile.

(di Debora Billi – 25 Ottobre 2011 ) Chissà se la lettera di Gheddafi a Berlusconi è vera. Provenendo da amici dei due che “gestiscono un’agenzia di hostess” (con tutto il bunga bunga che ne consegue), e soprattutto arrivando per vie misteriose da un giornale francese (timeo Danaos et dona ferentes) è lecito dubitare. Ma comunque. Continua a leggere

Bengasi, 20 ott. (TMNews) – Muammar Gheddafi è morto, il suo corpo portato a Misurata segna la fine di fatto di una lunghissima guerra civile. Ora la caccia è per gli ultimi resti del suo clan, il figlio Saif al Islam su tutti. La rete araba al Arabya ha diffuso la notizia che Saif sarebbe già stato catturato. Della morte del Raìs non sono stati ancora chiariti i dettagli. Alcune fonti sostengono che il Colonnello sia morto in un raid della Nato a Sirte mentre il Cnt, che dovrebbe spiegare le dinamiche della morte entro domani, sostiene che Gheddafi sia stato ucciso dalla mano dei ribelli. Continua a leggere

S. Pietro Infine(Ce)-Di Giampiero Casoni ) Tripoli torna ad essere “bel suol d’amore” ma stavolta per amore delle Borse mondiali e grazie ai soliti giochini in mimetica senza contrassegni: il precipitare degli avvenimenti nella strana guerra contro il colonnello Mumammar Gheddafi infatti non solo offre spunti di riflessione da corsivo “acuto”, ma presenta oggettivi riscontri su quanto, in realtà, politica ed economia siano lo specchio davanti al quale la guerra si agghinda per mascherare la sua vera, inconfessabile quanto evidente ragion d’essere. Dopo le strombazzate mediatiche infatti sulla cattura del terzetto decisivo nella numerosa e variegata prole del colonnello, proprio il più “velenoso” di questi figli, quello con patronimico califfoide di “Spada dell’ Islam”, quasi fosse un Solimano de no’ antri catapultato in avanti dal’orologio del tempo, appare sulla Bbc e smentisce di aver subito gli schiavettoni degli insorti. Trapelano nello stesso momento notizie mielate dalle scalcagnate Borse europee, Piazza Affari per prima che recupera più del 2% nelle stesse ore in cui Tripoli pare cambiare (?) rotta, che sono ossigeno ed allucinogeno al tempo stesso, vediamo perché. Giusto sette giorni fa, tramite la fonte occulta di un’ambasciata dell’est europeo, passa la notizia che alle task forces messe a

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BOMBARDARE IL PROPRIO POPOLO. Sui bombardamenti in Libia (di Giovanni Lafirenze)
E’ vero, la storiografia indica il Generale italiano Giulio Dohuet come uno dei primi teorici del bombardamento aereo a danno della popolazione militare e civile, infatti nel 1911 il primo attacco dal cielo che la storia ricorda è compiuto in Libia (la guerra italo/turca) e precisamente nel territorio di Ain- Zara, a compiere l’incursione è un pilota genovese, il tenente Giulio Gavotti, il quale alla vista di alcuni “militari” decide di perdere quota e lascia precipitare i primi rudimentali ordigni. Ma le idee del Generale Dohuet lentamente prendono corpo e nella Grande Guerra, grazie ai “dirigibili” si trasformano in Continua a leggere

Raid Nato su Brega, i ribelli entrano nei quartieri della parte orientale della città: duri scontri con le brigate di Gheddafi. Secondo fonti mediche almeno “un civile” sarebbe rimasto ucciso. Le forze del Colonnello hanno attaccato i pozzi petroliferi della città di Mesla

Tripoli,  – Se i bombardamenti degli ”aerei invasori” non finiranno, molte città della Libia si dovranno confrontare con ”la fine dell’ approvvigionamento di acqua”. E’ quanto afferma il Continua a leggere

Il 2 Aprile a Roma Manifestazione nazionale contro la guerra: “La guerra non si può umanizzare si può solo abolire “(Albert Einstein) *(Leggi comunicato in coda)

Dall’ inizio dell’operazione Odissea all’alba, il cui comando passerà domani alla Nato, l’esercito di Gheddafi perde ogni giorno posizioni ma resiste. Gli aerei e i missili Tomahawk della coalizione hanno inflitto gravi perdite alle forze di terra, colpendo installazioni militari, aeroporti e centri di comunicazione strategici. Portavoce del governo libico mostrano ormai segni di nervosismo e parlano di un possibile negoziato. Nel frattempo, il Pentagono ha iniziato a ritirare alcune navi militari e un sottomarino dal Mediterraneo. La situazione in Libia resta comunque drammatica, l’artiglieria e i cecchini continuano a far strage, soprattutto nella martoriata città di Misurata che sta vivendo una situazione umanitaria disastrosa. I ribelli non hanno una potenza di fuoco sufficiente per contrastare l’esercito esperto e armato di Gheddafi, per questo Continua a leggere

Riceviamo e pubblichiamo: Il presidente del Centro per la Pace di Viterbo, Peppe SINI, già consigliere provinciale, “Digiuna contro la Guerra” in Libia”. Ecco il suo comunicato. In coda una breve bio del dott. SINI.

IN DIGIUNO CONTRO LA GUERRA

Ho iniziato oggi, lunedi’ 21 marzo 2011, un digiuno contro la guerra.

Contro la guerra afgana, contro la guerra libica, contro la guerra nemica dell’umanita’.

Per una persona amica della nonviolenza il digiuno non e’ un modo per imporre qualcosa ad altri, ma per assumere su di se’ una responsabilita’.

Vivo in un paese che nella sua legge fondamentale, la Costituzione della Repubblica Italiana, ha scritto che “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta’ degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”: perche’ non sono stato capace, non siamo stati capaci, di far rispettare questa legge? Continua a leggere

“Libia, per 10 volte dico: non mi piace!” ( di Nino Femiani ). In coda il link per commentare questo post.

1) Non mi piace l’ossimoro “guerra umanitaria”. Ho solo conosciuto guerre con morti, feriti, orfani, pianti e distruzioni.

2) Non mi piace che i nostri caccia vandano a sparare in Libia e si dica che lo facciano per ripristinare i diritti umani. Se fosse così perché non siamo andati in Russia dopo le stragi in Cecenia, in Thailandia e Birmania dopo i carri armati in piazza, in Darfur dopo il genocidio, in Turchia dopo la repressione armena e via elencando? Continua a leggere

Montecassino(Fr)– (Di Giampiero Casoni ) La Pace come valore fondante, la Pace a Montecassino, la Pace ritrovata con la consorella Chiesa Anglicana ed invocata in maniera inequivocabile per il popolo libico da un Abate dom Vittorelli ispiratissimo, forse dalla luce della Fiaccola benedettina reduce dal pellegrinaggio londinese a Westimnster, da cui è partita assieme ad una preziosa reliquia-regalo restituita dopo la sua epopea nei giorni bui del ’44, quando la luce sul monte fu quella delle bombe. Mai come in occasione della cerimonia tenutasi presso l’abazia di Montecassino domenica pomeriggio il potere temporale è apparso effimero ed evanescente, con una parte del mondo in fiamme e i notabili del territorio e del mondo, sindaci, autorità varie, ambasciatori, ospiti anglosassoni, che hanno ascoltato l’invocazione accesa e greve dell’Abate Ordinario dom Vittorelli. In prima fila i Sindaci della Diocesi; fra di essi, un attentissimo primo cittadino di San Pietro Infine, Fabio Vecchiarino, assorto più del solito nel contemplare la Continua a leggere

Guerra in Libia. Quali costi e conseguenze?

I motivi possibili di un attacco, presentato ancora una volta come umanitario, che minaccia di tradursi in un disastro di lungo periodo, alle porte di una Europa che rischia di pagare un conto elevatissimo.

di Carlo Ruta

In Libia è partita una guerra, che i governi dell’Occidente e gran parte dei mezzi d’informazione presentano ancora una volta come umanitaria. Di cosa si tratta realmente? Per comprendere quanto sia credibile tale motivo, è utile partire da un paio di dati storici recenti. Israele alcuni anni fa ha pianificato e attuato in Palestina una operazione che ha denominato con coerenza «piombo fuso». L’esito è stato di qualche migliaio di morti, quasi tutti civili. Ma nessuno ha minacciato Continua a leggere

Imposta la no-fly-zone sulla Libia

Partono 6 cacciabombardieri dalla base italiana di Trapani diretti verso la Libia per mettere in atto il secondo giorno di guerra. Lo Stato maggiore libico ordina STOP a tutte le unità dalle ore 21:00. Raid a Bengasi e Tripoli: bombardato bunker di rais. Colonnerro risponde: SARA’ INFERNO”. Roma congela i bendi di Gheddafi. Cecchini a misurata. Dopo 25 anni a Lampedusa ritorna la paura dello spetto “GHEDDAFI” che colpì l’isola nel 1986

In Libia è il secondo giorno di guerra, ed entrano in scena anche i caccia italiani. Durante la prima notte di conflitto, i raid della coalizione sono proseguiti fino all’alba. Una base aerea delle forze fedeli al raìs è stata colpita da 40 ordigni sganciati dagli stealth, i velivoli Usa non individuabili dai radar.

Nel secondo giorno dell”operazione Odyssey Dawn (Alba dell’Odissea) sono proseguite le incursioni francesi. Ai raid partecipano Francia, Usa e Gran Bretagna. Il Canada non ha ancora preso attivamente parte all’azione, mentre l’Italia, ha annunciato il ministro della Continua a leggere

Basta guerre, basta lutti, basta distruzioni, no alla follia di tutte le guerre

“L’Italia ripudia la guerra come strumento per la risoluzione dei conflitti internazionali”(art. 11 della Costituzione)

Terza Guerra Mondiale? No GRAZIE! ALLORA INFORMIAMOCI e Mobilitiamoci contro la guerra.

Scendiamo nelle piazze a chiedere la cessazione della guerra contro la Libia ed il ritiro immediato di tutti i soldati italiani impegnati in fronti di guerra a cominciare dall’Afghanistan. Continua a leggere

Libia. Mobilitiamoci contro la guerra della NATO!

(di Andrea Catone) A 12 anni dalla “guerra umanitaria” della NATO che dal 24 marzo 1999 bombardò la Serbia per tutta la primavera per riportarla, come dichiarò il generale Wesley Clark, indietro di mezzo secolo, le potenze imperialiste fanno altrettanto con la Libia, cento anni dopo l’invasione italiana. È questione di qualche giorno, se non di ore. Sotto il pretesto di Continua a leggere

E’ guerra: bombardamenti occidentali sulla Libia. Alle 17,45 è stata colpito il primo obiettivo militare dai caccia francesi. Muammar Gheddafi non molla ma i jet francesi hanno iniziato a martellare i suoi mezzi.  Nel giorno del summit di Parigi, che ha deciso l’intervento internazionale e all’indomani della dubbia dichiarazione di «cessate il fuoco» del Colonnello, le truppe di Tripoli avevano attaccato Bengasi e minacciato l’Occidente. La risposta delle forze alleate è in corso. Continua a leggere

Il nostro portale é il secondo in Italia a comunicare questa notizia e quella precedente relativa ai “mercenari  il Libia” pubblicata in data 6 Marzo 2011

Libia- (di Giampiero Casoni) In sette fermati ed ammanettati dalla forze lealiste del colonnello Gheddafi: secondo le fonti diplomatiche ufficiali, sono semplici ingegneri addirittura in fuga dalla Libia in fiamme, per le ambasciate alle riscossa Continua a leggere

“Gheddafi, addio per sempre” Bengasi festeggia la liberazioneNelle strade della capitale degli insorti la gioia tra le macerie. I poliziotti sono fuggiti tutti. Il servizio d’ordine è in mano ai ragazzi, tutti giovanissimi

(dal nostro inviato PIETRO DEL RE)

BENGASI – Dal penitenziario assaltato venerdì scorso, alla sontuosa caserma dei pretoriani del Colonnello bruciata due giorni fa, i luoghi della rivolta sono già diventati tappe di pellegrinaggio. Nella Bengasi post Gheddafi non c’è più un solo poliziotto. Sono fuggiti tutti o passati dalla parte dei vincitori. A ogni angolo di strada, i ragazzini offrono il loro contributo alla rivoluzione, dirigendo il traffico con piglio marziale e distribuendo ai passanti le stellette strappate da divise dismesse in fretta e furia. Ma il primo sacrario cittadino è la piazza dove, domenica, sotto il piombo dell’esercito sono cadute 300 persone. Da allora è presieduta giorno e notte da folti drappelli di giovani che, facendo sgommare i loro potenti pick-up, inneggiano a un Continua a leggere