(di Alfonso Navarra) Sarebbe il caso – stavolta – di soffermarsi a festeggiare (anche  commuovendosi) perchè, con l’incubo di McBush scomparso ed il “nero”  Obama eletto dal popolo USA, scopriamo di abitare un Pianeta meno invivibile di quanto temessimo. Un Pianeta in cui è possibile coltivare  delle speranze per il futuro. Ma credo che non dovremmo  unirci ai tromboni della retorica: rimbocchiamoci da subito le maniche  per  trasformare le opportunità in risultati. Il momento è storico nel  senso
che la “macchina” del mondo – e la spinta dal basso in questo  conta –  ha evitato di imboccare la china del precipizio: possiamo  tirare un  sospiro di sollievo. Ma mentre il multietnico Obama – su questo non mi  faccio illusioni – continuerà a tentare di guidare  quella “macchina”,  costeggiando la strada che si affaccia sul baratro,  la strada delle logiche imperiali sia pure temperate e “multilaterali”, noi, al  contrario, dovremo scendere dal veicolo, che  può sempre sbandare,  invitare gli altri a seguirci, incamminarci a  PIEDI su una nuova strada di autentica salvezza. Vogliamo fortemente la pace con la forza di ciò  che costruisce pace: ricerca della verità,  della giustizia, Continua a leggere